Riforma, Senato: approvato anche l’articolo 2
Senato: governo e maggioranza portano a casa l’articolo 1 del Ddl Boschi di Riforma Costituzionale. Si passa all’articolo 2: resta uno dei nodi più controversi tra maggioranza e minoranza del Pd. Il via libera all’articolo 1 è arrivato nella mattinata di ieri: 172 voti favorevoli, 108 contrari e 3 astenuti. La soglia della maggioranza (161 voti) è stata ben superata e le funzioni del nuovo Senato adesso sono definitive: il bicameralismo “perfetto” è acqua passata, sarà solo la Camera a dare la fiducia al governo.
Nulla sarebbe successo se non fosse passato anche l’emendamento numero 1203 del Democratico, ed ex capo scout del premier, Roberto Cociancich (177 voti favorevoli, 57 contrari, 2 astenuti): insieme al Pd, hanno votato a favore anche Ap (Ncd-Udc), i verdiniani di Ala, alcuni senatori di Gal e l’Svp-autonomie. M5S e Lega non hanno partecipato al voto in segno di protesta; nella minoranza Pd Corradino Mineo e Walter Tocci hanno votato contro, mentre Felice Casso si è astenuto.
Il “canguro”ha permesso di saltare la votazione di numerosi emendamenti presentati dalle opposizioni (circa 300) e, in particolare, di quelli per cui il presidente del Senato Grasso aveva ammesso la deliberazione per mezzo di scrutinio segreto.
Senato: il cuore della riforma
Adesso è arrivato il momento dell’articolo 2, il “cuore della riforma”, infatti, riguarda la composizione e l’elettività (diretta) dei futuri senatori. Il tema è cruciale e per mesi dentro il Pd lo scontro tra maggioranza e minoranza è stato acceso. Il presidente Grasso, in chiusura della seduta di ieri, ha decretato l’inammissibilità degli emendamenti modificativi e soppressivi del comma 5 e di quelli soppressivi dell’intero articolo.
Alla fine è stato ritenuto “votabile” solo il testo 3 di uno degli emendamenti presentati dal leghista Stefano Canadiani. Lo scrutinio segreto ci sarà ma solo per la parte di emendamenti che riguarda le minoranze linguistiche. Inizialmente, il governo aveva palesato l’intenzione di proporre un proprio emendamento per blindare la votazione – un “canguro bis” – salvo poi fare dietro front.
Respinto emendamento soppressivo dell’articolo 2
Con 176 no, 120 sì e 4 astenuti viene respinto nell’Aula del Senato l’emendamento soppressivo dell’articolo 2 del ddl Boschi. Firmato da Andrea Marcucci (Pd) era stato ritirato e fatto proprio dal M5S. Anna Finocchiaro prima del voto sull’emendamento soppressivo dell’art.2 che è quello sulla composizione ed elezione del Senato aveva detto: “Se dovesse passare questo emendamento soppressivo dell’art.2 ci sarebbe un effetto preclusivo dell’intera riforma”.
Tra i firmatari dell’emendamento Finocchiaro al comma 5 dell’articolo 2 della riforma, frutto dell’intesa nel Pd sulla scelta dei futuri senatori, c’è anche il senatore D’Anna del gruppo ALA (verdiniani). Ad affermarlo è la presidente della I commissione, Anna Finocchiaro, che in Aula ricorda come l’emendamento sia stato firmato, oltre che dalla stessa senatrice Dem, dai Luigi Zanda (capogruppo Pd), Renato Schifani (capogruppo Ap), Karl Zeller (capogruppo Autonomie) e, appunto, D’Anna del gruppo Ala.
Passa l’emendamento Finocchiaro
L’emendamento di “compromesso” a firma Anna Finocchiaro è stato approvato dall’aula del Senato. Dopo lo slittamento dal venerdì al sabato, la proposta di modifica è stata approvata con 169 sì, 69 contrari e 3 astenuti. A votare a favore anche dissidenti dem di ferro come Walter Tocci e Corradino Mineo, mentre Felice Casson non ha partecipato al voto. Riguardo ai verdiniani, 9 senatori su 12 hanno votato a favore, mentre tra gli assenti spiccano proprio Denis Verdini e Lucio Barani, autore ieri di un presunto atto osceno rivolto alla pentastellata Barbara Lezzi.
Nel testo dell’emendamento passa la mediazione tra attuale Senato elettivo e camera di rappresentanza territoriale, composta da sindaci e consiglieri regionali, con questi ultimi ratificati dai ‘parlamentini’ locali ma sulla base di listini ricavati dalle indicazioni degli stessi elettori. La procedura da attuare sarà definita con un provvedimento ad hoc.
Approvato l’art. 2
Arriva il sospirato “sì” anche sull’articolo 2 del ddl Boschi. Sono 160 i voti a favore, con 86 no ed un solo astenuto. La maggioranza tiene, nonostante manchino all’appello 7 voti di Area Popolare NCD-UDC. Soddisfazione dal partito del premier Renzi: “Un grande passo avanti grazie all’unità del PD”
Approvato l’art. 2 del ddl #riforme. Un grande passo in avanti grazie all’unità del Pd – http://t.co/xvUmMaBwma pic.twitter.com/AEMdF6Bi4q
— Partito Democratico (@pdnetwork) 3 Ottobre 2015
L’articolo 2, cuore della riforma, stabilisce la composizione del futuro Senato, con 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e 5 senatori che possono essere nominati dal presidente della Repubblica. I nuovi senatori saranno formalmente eletti dai consigli regionali che dovranno sceglierli “tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”. Riguardo alla ripartizione tra Regione, sarà proporzionale alla popolazione, con un minimo di due senatori per Regione.