Le dimissioni di Marino e quei due segnali per niente politici che le hanno anticipate
Di dimissioni di Marino da sindaco di Roma si parla da mesi: sull’argomento sono state sprecati fiumi di parole ma forse più di ogni altra analisi ad anticiparle sono stati due segnali per niente politici. Del primo hanno parlato in pochi per il contesto, per niente ufficiale, in cui è andato in scena cioè nel corso di un banchetto (nulla a che vedere con gli scontrini del sindaco).
Parliamo delle nozze tra Cecilia Carpio, giornalista di Ballarò, ed il portavoce di Maria Elena Boschi Luca Di Bonaventura. Invitati e presenti molti renziani, lo stesso ministro Boschi ed Ernesto Carbone solo per citarne alcuni, e big del mondo del giornalismo tra cui Enrico Mentana. Nel corso della festa alcuni invitati hanno intonato il coro: “Gia-chet-ti sindaco, Gia-chet-ti sindaco” all’indirizzo del deputato democratico oggi in predicato di correre come sindaco di Roma per il centrosinistra. Nonostante il tono scherzoso l’aneddoto fotografa la distanza tra il sindaco di Roma Ignazio Marino ed il gruppo dirigente che guida il Partito Democratico scaricato di fatto da Renzi da almeno un paio di mesi.
Dimissioni di Marino a dieci giorni dalla scomunica
Come se non bastasse a peggiorare la situazione di Marino sono arrivate le parole di Papa Francesco a proposito del viaggio in America e dell’apparizione oltreoceano del sindaco. Papa Francesco di ritorno in Italia, a domanda di un giornalista, in aereo ha risposto: “Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato”. Annotiamo che dalla scomunica del Papa sono passati solo poco più di dieci giorni.