Roma, il futuro è un rebus
Oggi il sindaco dimissionario Ignazio Marino può sorridere. Centinaia di cittadini si sono riuniti stamattina a piazza del Campidoglio a Roma per partecipare all’iniziativa ‘Basta guardare #Movemose’ a sostegno del primo cittadino. I manifestanti hanno esposto diversi cartelli in cui sottolineano il loro appoggio al sindaco dimissionario messaggi con scritto “Io sto con Marino”, “Dentro Marino fuori la mafia”, “Marino resisti”. Lui li ha ringraziati con un post su Facebook: “In questi giorni mi state dimostrando un grande sostegno. La petizione su Change.org, tutti i messaggi che mi stanno arrivando qui su Facebook (sono più di 3mila, lentamente risponderò a tutti!) e ora anche un evento per oggi in Campidoglio. Grazie, di cuore”.
#movemose pic.twitter.com/7a6SUMNLvA
— La Segnalatrice (@LaSegnalatrice) 11 Ottobre 2015
E’ l’unica nota positiva per il sindaco che, con ogni probabilità, ratificherà le sue dimissioni domani. “Se le forze che mi sostengono (Pd e Sel, ndr) hanno comunicato di essere pronte a presentare una mozione di sfiducia vuol dir che non c’è più fiducia in me, e quindi non passerebbe in Aula nemmeno un provvedimento. Per questo è finita” ha detto ieri durante un incontro con i presidenti dei municipi. Si sono quindi spente sul nascere le ipotesi di un Marino ter, ventilate dallo stesso sindaco “Ho ancora 20 giorni per formalizzare le dimissioni” (dichiarazioni che hanno fatto irritare Pd, Palazzo Chigi e ministero dell’Interno). Troppo deboli gli attestati di fiducia arrivati da parte di una lista civica e da Sel. In più, il sindaco dimissionario non ha più sponsor. Matteo Orfini, suo strenuo difensore, lo ha abbandonato definitivamente: “Ho fatto tutto il possibile per salvarlo – ha spiegato il presidente del Pd – ma invano perché gli errori sono stati troppi”.
La misura, come dicevamo, è colma. E lo si evince anche dalle parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano rilasciate al Messaggero: “Le dimissioni del sindaco Marino non sono state ancora messe nero su bianco e questo è un comportamento incredibile e ingiustificabile. Qui si sta parlando della Capitale d’Italia e ci vorrebbe maggiore rigore e decisamente maggiore serietà”.
Il dopo è un interrogativo comune. Il governo, Renzi in primis, vorrebbe designare un commissario che guidi Roma durante tutto l’anno giubilare. Si pensa a Gabrielli ma anche a l’assessore e magistrato in aspettativa, Alfono Sabella che però nicchia: “Fare il commissario della Capitale è un’ipotesi che mi spaventa, conoscendo la complessità della situazione. Detto ciò, nessuno me l’ha chiesto”.
Ma Roma ha fretta di cambiare. Lo chiedono i cittadini ma anche la Chiesa. Il cardinale vicario Agostino Vallini ha scritto una lettera alla città invocando una “scossa”. “Bisogna ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma”, esorta il cardinale che auspica anche la “formazione di una nuova classe dirigente nella politica”. I partiti intanto scaldano i motori. Il M5S è pronto (e in vantaggio nei gradimenti della popolazione romana). Il centrodestra pure: “Abbiamo la possibilità di tornare a guidare Roma. È un obiettivo alla nostra portata e non dobbiamo farcelo sfuggire” ha affermato Silvio Berlusconi. La partita per conquistare Roma è iniziata.