Rimborsi, polemica sulle spese di Renzi. Ma lui replica: “tutto online”
Scontrini e rimborsi spese: sembra questo essere diventato ormai uno dei temi più importanti della politica italiana. Dopo le cene e le bottiglie di vino del sindaco di Roma Ignazio Marino, spuntano anche le spese sostenute da Matteo Renzi quando era presidente della provincia e poi sindaco di Firenze.
Dal 2004 al 2009, negli anni alla guida della Provincia di Firenze, Matteo Renzi ha curato la sua immagine e la comunicazione politica con una carta di credito con un plafond mensile di 10mila euro. Andando nel dettaglio dei rimborsi spese montagna il mandato di Renzi sarebbe costato ai contribuenti fiorentini circa 600mila euro tra viaggi, ristoranti, regali e ospitalità. Gli Stati uniti sembrano la tappa fondamentale per tutti gli amministratori italiani: nel 2007 la trasferta è costata 26mila euro, di cui 1.859 euro al Four Seasons di Boston e 2.130 euro al Fairmont Hotel Saint José, in California. In tutto i viaggi americani sono costati 70mila euro. La montagna di carte è stata consegnata alla magistratura dal dipendente comunale Alessandro Maiorano, che lo ha denunciato ed è stato controdenunciato da Renzi per diffamazione: la prossima udienza è prevista per il 13 novembre.
Le spese di rappresentanza non si limitano solo ai viaggi ovviamente: tra le spese fiorentine ci sono 1.300 euro alla pasticceria Ciapetti, 1.855 euro alla Taverna Bronzino, 1.050 euro da Lino e 1.213 al Cibreo, 1.440 euro alla fattoria Castello di Verrazzano (un agriturismo). C’è anche un hotel a Firenze, l’«Helvetia e Bristol» dove Renzi spende 184 euro, pur vivendo a pochi chilometri da lì. Non manca neanche la pay tv: con i soldi della Provincia è stato sottoscritto dal 2007 al 2009 anche un abbonamento Sky (cinema, sport e calcio) “in uso esclusivo al suo presidente Renzi”.
Le spese sostenute durante il mandato da sindaco a Firenze sono invece meno dettagliate: Palazzo Vecchio, anche dopo esplicita richiesta, non ha fornito informazioni. Sul Fatto Davide Vecchi scrive che le spese sono però “al vaglio dei magistrati contabili”. Sempre per il Fatto Quotidiano ha parlato anche uno dei ristoratori: “Matteo era sempre qui mai solo, portava la chiunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l’ultimo figlio venne con l’Agnese qui, aveva il pancione. Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro?” – ha raccontato Lino Amantini, proprietario del ristorante ‘Da Lino’- e ha aggiunto che le fatture , tutte le volte, venivano saldate dal Comune di Firenze.
Rimborsi, la replica di Renzi
Matteo Renzi ovviamente non ci sta e replica a stretto giro alle accuse con un SMS direttamente alla redazione del quotidiano diretto da Marco Travaglio: “Io ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie (che poi saranno stati tre o quattro pranzi quando lei insegnava in città). perché lui voleva offrirmeli e io proprio per questo insistevo per pagarli. Io certe cose non le faccio. E comunque ci sono le ricevute del Comune e le mie personali. Mai fatto tavolate con moglie e amici. Quando era con mia moglie, ero con lei. Tra l’altro, il pranzo che viene citato era nel 2006 quando non ero neanche in Comune. A questo punto faccio fare una nota a Filippo Sensi”.
Subito però arriva la risposta del Fatto, che cerca di smontare la difesa di Renzi in 5 punti: la cena di cui parla il premier “non risale al 2006, ma al 5 giugno 2007″ e “il conto era di 1050 euro, che per i soli pasti, in cinque anni, l’attuale premier fece spendere alla provincia quasi 600 mila euro”. Il FQ ha chiesto inoltre a Renzi, come per il caso Marino, se “ricorda i nomi dei commensali” e con chi fosse “a Boston quando gli bloccarono la carta di credito per raggiunto limite di spesa”. Sulla dichiarazione di aver pubblicato le spese per primo, il FQ smentisce Renzi poiché quelle note “sono state raccolte dalla Corte dei Conti e dalla procura di Firenze su indicazione del Tesoro, che vi aveva riscontrato ‘gravi anomalie'”. Sul mandato del premier a Firenze alcuni consiglieri comunali di opposizione hanno più volte chiesto al Comune un rendiconto dettagliato, ma “si sono visti negare l’accesso agli atti”.
Ilaria Porrone