Legge di Stabilità: la minoranza Pd sulle barricate per tetto alla spesa e tassazione sugli immobili
Nel Partito democratico tira l’aria plumbea di un’ennesima guerra civile interna. I bianchi e i neri, i guelfi e i ghibellini. A ben vedere simile scenografia con strenuo e granitico sforzo d’intenti, salvo poi sciogliersi tutto come neve al sole in un piccolo cambiamento ad un comma interno ad un articolo, era stata allestita per il passaggio a palazzo Madama della riforma del Senato e del Titolo V. L’ultimo nodo del contendere è il testo della legge di Stabilità 2016, varata dal Consiglio dei ministri e presentata dal premier Matteo Renzi quale possibile “rivoluzione” espansiva per la ripresa economica del Paese.
Legge di Stabilità, Renzi: “Vogliono logorarmi”
Il premier ha in questi giorni avvertito il suo entourage circa il possibile rischio di nuove ingerenze da parte della minoranza interna al Pd, dimostrando tuttavia assoluto rigore e fermezza di propositi: “Non parlano mai male di Berlusconi o di Grillo, ma attaccano me. L’intento è quello di logorarmi, ma io tengo duro”.
La tassazione sugli immobili e la soglia del contante
Le maggiori critiche delle opposizioni che in queste ore riguardano la nuova legge di Stabilità, testo di legge che dovrebbe passare al vaglio del Parlamento in tempi celeri, almeno questa sarebbe la speranza dell’esecutivo, si concentrano sull’eliminazione dell’Imu riguardante le prime case di proprietà estesa a tutti i possessori di beni immobili e sull’innalzamento del tetto alla spesa in contanti da 1000 euro a 3000. L’ex segretario del Pd Bersani guida l’arringa dell’internazionale resistente direttamente da Facebook:
“Siamo ancora a sfidare l’intelligenza degli italiani. Dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire viva la mamma. Nessuno può obiettare. Ma abbassarle prima di tutti a chi, e come, e per che cosa? Spero sia ancora possibile discuterne”.
Speranza: “Manovra fatta per attrarre i voti del centrodestra”
Secondo alcuni uomini chiave del Partito democratico da sempre vicini alle posizioni più divergenti dalla linea del segretario Renzi, l’ultima manovra economica presentata nasconderebbe tra le sue pieghe un bieco avvicinamento all’elettorato di destra, dimostrando inoltre d’essere fondamentalmente dimentica dei principali attori di una politica economica per tradizione “di sinistra”: ovvero terzo settore, pubblico impiego, pensioni e sostegno al reddito delle fasce sociali meno abbienti. Eppure il presidente del Consiglio dimostra di non voler cadere in alcun tranello ideologico auspicando un terreno di confronto ampio, ma allo stesso tempo il più possibile convergente con quelli che sono i necessari passaggi istituzionali d’approvazione e di attuazione: “È profondamente ingiusto bollare questa come una legge di destra, perché non lo è, è una legge che va incontro alle esigenze dei cittadini”.
Riccardo Piazza