Risultati Elezioni Argentina, presidenziali 2015: si va al ballottaggio, ma c’è già uno sconfitto
In Argentina si andrà al ballottaggio, ma i risultati del primo turno sono già sufficienti per capire chi sono i veri vincitori – e, soprattutto, il grande sconfitto – di questa tornata elettorale. Dopo 12 anni, infatti, l’Argentina si risveglia molto meno peronista di quanto dipinto nei sondaggi della vigilia. E, soprattutto, molto meno attratta da chi ha incarnato il peronismo negli ultimi 12 anni – vale a dire la famiglia Kirchner – e chi ha intenzione di farlo da qui in poi.
Il risultato del primo turno, infatti, certifica il successo parziale di Daniel Scioli, considerato l’erede di Cristina Kirchner, che ha guidato il Paese negli ultimi 8 anni, ereditando il timone dal defunto marito Nestor, che ha rappresentato il volto della rinascita argentina dopo la terribile crisi economica di inizio secolo. Un successo, quello di Scioli, che in realtà rappresenta una mezza sconfitta.
Risultati Elezioni Argentina: Scioli non sfonda
Con lo scrutinio ormai al termine, Scioli ha ottenuto poco meno del 37% dei voti, distanziando di più di 2 punti il diretto avversario Mauricio Macri, capo di governo di Buenos Aires e candidato – con origini italiane – per il centrodestra di Cambiemos. Un vantaggio decisamente inferiore a quanto previsto dai sondaggi, che non escludevano una possibile vittoria di Scioli già al primo turno – in cui, per essere immediatamente proclamato vincitore, era necessario il 45% dei voti (o il 40%, ma con un vantaggio di almeno 10 punti sul secondo candidato).
Se Bloomberg alla vigilia parlava di attesa discontinuità indipendentemente dal risultato – in virtù di una situazione economica che renderebbe di per sé qualsiasi posizione negoziale presidenziale meno forte rispetto a quelle assunte dalla Kirchner – sottolineando quindi la possibilità di cambiamento anche nel mero passaggio di consegne tra peronisti, in realtà ora la situazione sembra ancor più complessa.
L’incognita Massa
L’esito del primo turno contribuisce infatti a rendere ancora meno scontato il successo di Scioli al ballottaggio. “Merito” di Unidos por Una Nueva Alternativa, la coalizione guidata dal peronista dissidente Sergio Massa e dal suo Frente Renovator che nel 2013 ha sancito la storica spaccatura con la Kirchner ed il peronismo ufficiale. Massa al primo turno ha ottenuto il 21% dei voti e – secondo gli analisti – non è affatto scontato che tali preferenze al ballottaggio possano confluire verso il peronista Scioli, alimentando così le speranze di successo di Macri.
Scioli, negli ultimi giorni di campagna elettorale, aveva annunciato la volontà di tagliare le tasse ai redditi più bassi – una misura che avrebbe interessato almeno mezzo milione di cittadini – promettendo l’impegno a ridurre sotto il 10% la percentuale d’inflazione del Paese, che secondo la Banca Mondiale nel 2014 era oltre il 28%, una cifra doppia rispetto a quelle provenienti da Buenos Aires. Da par suo Macri – che aveva chiesto ai suoi collaboratori una campagna elettorale senza colpi bassi verso Scioli – punta alla rimozione del controllo sulle valute e dei dazi sui prodotti agricoli.
Nessun commento ufficiale è ancora arrivato da parte di Christina Kirchner, molto attiva – anche sui social network – durante la campagna elettorale ma (al momento) chiusa nel silenzio assoluto dopo l’esito del primo turno.