Iraq: il mea culpa di Tony Blair, ma la Sturgeon non si fa convincere
L’Ex Primo Ministro britannico Tony Blair – messo alle strette dai reporter della CNN – fa dei passi indietro rispetto a delle sue posizioni politico-militari del passato che pur aveva difeso strenuamente.
Blair ammette, non avendolo mai fatto prima, che la guerra dichiarata nel 2003 all’Iraq di Saddam Hussein dagli Stati Uniti di George W. Bush – e chiaramente pure dal Regno Unito condotto dal governo Blair – potrebbe essere stata una decisione infelice con conseguenze visibili fino ad oggi, dando praticamente ragione a quegli analisti che testimoniano una grande correlazione fra quella guerra e l’ascesa dell’ISIS nella regione geografica interessata.
L’ex premier ha pure chiesto scusa per le informazioni inesatte fornite dai servizi britannici sulle ipotetiche armi chimiche che Saddam Husseim avrebbe potuto usare, ma che non sono mai state trovate o documentate.
Iraq, il mea culpa di Blair non convince Sturgeon
Questa presa di posizione ha ricevuto plausi ma anche delle critiche, come per esempio quella lanciata dalla rappresentante indipendentista scozzese Nicola Sturgeon che accusa Blair di non essere chiaro nemmeno nel modo di presentare la sua auto-critica.
La Sturgeon accusa Blair di chiedere scusa solo sugli errori di pianificazione politica del dopo-guerra, pur tuttavia non ammettendo che anche la destituzione di Saddam Hussein é stato un errore, addirittura supponendo un ruolo strategico che la persona di Saddam nelle rivoluzioni arabe del 2011 oppure che i terroristi dell’ISIS, rinunciando all’Iraq, avrebbero conquistato più agevolmente la Siria. Insomma, la Sturgeon accusa Blair di voler chiedere scusa per forza senza esserne convinto fino in fondo.
La leader scozzese rincara la dose supponendo che Tony Blair voglia tentare una maldestra operazione d’immagine; a difesa di Blair alcuni suoi ex collaboratori che affermano che informalmente l’ex premier ha sempre avuto dei dubbi su quella operazione politico-militare. Posizioni che tuttavia non convincono la Sturgeon, che ritiene il “tempismo” di Blair semplicemente una tattica per attutire le critiche ancor più pesanti che gli arriveranno addosso non appena verrà reso pubblico il rapporto ufficiale sulla guerra in Iraq, che verrà stilato da Sir John Chilcot e dai membri della Commissione d’inchiesta che presiede.
Nonostante queste scuse – che verranno verosimilmente accettate dai britannici, poiché Tony Blair é e resta un leader ancora molto rispettato dai suoi connazionali – la verità su quella guerra, sulla sua pianificazione e su quelle armi chimiche forse mai esistite é ancora attesa dalla popolazione del Regno Unito.