Ncd, Carlo Giovanardi lascia il partito
Detto, fatto. Il senatore Carlo Giovanardi e i Popolari liberali dell’Emilia-Romagna – inclusi alcuni coordinatori provinciali e amministratori locali – lasciano Ncd. È quanto si legge in una nota in cui si prende atto “del fallimento della missione e degli obiettivi alla base della nascita del Ncd, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all’affermazione di un Centro Destra, alternativo alla Sinistra”.
Ncd, il documento dei firmatari
Il documento di rottura, si legge nella nota, è stato sottoscritto dai coordinatori provinciali del Ncd di Piacenza Romano Tribi, di Reggio Emilia, Christian Immovilli, di Modena, Alessandro Lei, dal sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, dai consiglieri comunali di Modena Luigia Santoro e di Rimini Eraldo Giudici, dai presidenti di 31 circoli rappresentanti di tutte le realtà territoriali dell’Emilia Romagna. Nel documento i firmatari ricordano che “con il 25% dei voti ottenuti alla elezioni politiche, Pd e Governo vogliono imporre, scavalcando Ncd e con i voti dei 5 stelle, una vera e propria rivoluzione antropologica come quella del matrimonio gay, con una martellante azione del Presidente Renzi, del Ministro Boschi e del sottosegretario Scalfarotto che, addirittura, ha fatto lo sciopero della fame contro il Parlamento”.
Ncd, Giovanardi e le accuse al governo
La decisione di Giovanardi arriva dopo mesi di invettive nei confronti del governo e del suo ormai ex partito. A febbraio aveva invitato i ministri Ncd a lasciare l’esecutivo: “Visto che Renzi ci fa la pipì in testa da due giorni, nel senso che ci offende in tutte le maniere, i nostri Ministri dovrebbero dimettersi e così Renzi non è più il presidente del Consiglio”.