Un polo di ricerca scientifica nell’area che ha ospitato l’Expo a Rho, a due passi da Milano
Un Polo Internazionale di ricerca e tecnologia applicata sorgerà nell’area che, da maggio a ottobre, ha ospitato a Rho i padiglioni di Expo 2015. Questo il succo dell’anticipazione pubblicata dal Corriere della Sera del documento “Human technopole. Italy 2040” che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi presenterà martedì prossimo a Milano. Sarà, scrive il quotidiano di Via Solferino, “il centro di eccellenza mondiale per il miglioramento della vita in tutti i suoi aspetti”.
“Il 10 novembre a Milano il governo presenterà il progetto Italia 2040. Sarà un’altra sfida entusiasmante, nessuna impresa è così grande da essere impossibile per l’Italia”. Martedì scorso, tre giorni dopo la chiusura di Expo, era stato proprio il premier ad annunciare il nuovo progetto. Il polo occuperà 70mila metri quadrati su 1 milione e 100mila dell’intera area Expo e secondo il Corriere il governo dovrebbe investire subito 100 milioni per far partire i lavori.
Non solo alimentazione, quindi. Il centro di ricerca si dedicherà anche a tutte quelle branche di studio che si occupano del “miglioramento della vita umana” quindi: “interazione fra scoperte e tecnologie mediche, welfare in una società che invecchia, innovazioni nei materiali sostenibili e nel ciclo dell’acqua e dei rifiuti, fino alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale”.
Il progetto messo a punto dal Governo
Il polo sarà guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova diretto dal 2005 da Roberto Cingolani, fisico esperto di nanotecnologie, con la collaborazione dell’Institute for International Interchange di Torino del fisico esperto in Big Data Mario Rasetti e della Edmund Mach Foundation di Trento presieduta dall’agronomo Andrea Segrè. A quanto riporta il Corriere della Sera collaboreranno al progetto anche università, think tank e grandi imprese del settore tra cui:
Università Statale di Milano, Politecnico di Milano, Assolombarda, European molecular biology Laboratory, Weizman Institute,Ibm Watson Lab, Google, Bayer, Dupont, St Microelectronics, Ibm, Ferrero, Barilla, Crea, GlaxoSmithKline, Novartis, Nestlè, Unilever Syngenta. Infine, tra le fondazioni, la Umberto Veronesi, Benetton, San Paolo, Crt.
Il progetto prevede subito un investimento da 200 milioni di euro: 100 del governo e 100 di Iit. A regime, poi, “Human technopole” costerà 145 milioni di euro l’anno suddivisi in costo del personale (55-60%), infrastrutture (15-20%) e ricerca (20-30%).
Le aree di lavoro del polo saranno 5:
1) tecnologie per il welfare e per fronteggiare l’invecchiamento; 2) medicina di precisione, integrando la genomica e la Big data analysis per sconfiggere cancro e malattie neurodegenerative; 3) tecnologie multidisciplinari per l’alimentazione, la nutrizione, l’agronomia; 4) materiali sostenibili, nanotecnologie verdi, confezionamento del cibo, ciclo dell’acqua e gestione dei rifiuti; 5) soluzioni innovative per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e artistico dell’Italia.
All’interno del centro di ricerca lavoreranno circa 1600 scienziati divisi in 6 distretti: genomica, neurogenomica, nutrizione, modelli matematici e scienza dei dati, bioinformatica, impatto socioeconomico.
L’obiettivo, scrive il quotidiano di Via Solferino, è quello di fare dell’Italia il paese “leader mondiale nelle Human technologies” entro il 2040. Per riuscirci gli studiosi dovranno lavorare su 11 diversi progetti che dovrebbero portare a miglioramenti nell’ambito di 4 macro-settori:
1) robotica di supporto (per la chirurgia, la riabilitazione, le protesi); 2) materiali intelligenti (plastica vegetale, purificazione dell’acqua, applicazioni biomediche); 3) nanomedicina, per esempio i farmaci intelligenti; 4) genomica (la mappatura dei geni per prevenire le malattie)
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo