Primarie Pd, tutti contro Bassolino: ecco la norma per sbarrare la strada all’ex sindaco
Le prossime elezioni comunali agitano le acque nel Pd. L’annuncio della candidatura di Bassolino a Napoli e la decisione, ancora non ufficiale, di tenere le primarie in tutta Italia il prossimo 20 Marzo sono i primi due elementi di una discussione che rischia di trascinarsi per mesi sovrapponendosi al lavoro del Governo o alla crisi internazionale che imperversa dopo i fatti di Parigi.
Primarie Pd, stop di Guerini a Bassolino
“Tanto per cominciare, le amministrative non possono essere occasione di rivincite personali ma devono essere collegate ad un progetto condiviso”. Lo sottolinea il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, in una intervista alla Stampa commentando la candidatura a Napoli dell’ex sindaco Antonio Bassolino. “Non c’è fretta in una delle prossime direzioni del Pd proporremo un election day il 20 marzo con primarie”. Sui nuovi paletti per le candidature, Guerini precisa: “Chi ha già fatto il sindaco per due mandati, anche in tempi lontani, è bene lasci il testimone ad altri. Quando un’esperienza è chiusa è chiusa. Varrebbe per Delrio a Reggio Emilia, per Renzi a Firenze o per me stesso se pensassi di ricandidarmi a Lodi”.
Primarie Pd, Serracchiani: chi è stato sindaco non potrà candidarsi
“La proposta della segreteria, che sarà discussa nelle prossime settimane, prevede che chi è già stato sindaco non potrà candidarsi alle primarie”. Lo annuncia anche il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani parlando – in un’intervista a Repubblica – delle nuove regole per le comunali, dopo che l’ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino si è fatto avanti per Palazzo San Giacomo. Non si tratta di una questione anagrafica, dice, “però, certo, mi piacerebbe poter mettere in campo una nuova classe dirigente”. “In direzione ufficializzeremo il 20 marzo come il giorno delle primarie, mettendo ordine e favorendo la partecipazione. E fisseremo le stesse regole ovunque. Chiare, per tutti: da Aosta a Marsala”. Bassolino, aggiunge Serracchiani: “può decidere liberamente di fare qualunque scelta, ma non potrà correre alle primarie del Pd”. Saranno primarie “aperte” a tutti i cittadini. Mentre per i “ruoli politici, ad esempio le segreterie locali, stiamo ragionando se far votare solo gli iscritti”.
Rughetti: rottamazione si sta realizzando
“Bassolino avrà fatto le sue valutazioni. Ma non esaurisce le candidature. Il Pd presenterà altri candidati e altre idee. La legge elettorale ha accentuato le personalizzazioni. Già in passato abbiamo avuto ex sindaci che sono tornati in campo pensando che la loro candidatura avrebbe avuto effetti salvifici”. Lo dice Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica amministrazione, eletto nel Pd alla Camera in Campania, in un’intervista al Messaggero. Rughetti non è d’accordo con l’idea che la rottamazione a livello locale non sia compiuta: “Si sta realizzando. C’è bisogno di tempo. I passaggi più importanti li avremo quando ci saranno i congressi e le elezioni amministrative”.
Bassolino: comunicato Pd anonimo non è grande stile
“Il comunicato anonimo del Nazareno non è una cosa di grande stile”. Così Antonio Bassolino commenta la posizione del Pd in merito alla sua candidatura alle primarie del centrosinistra. “Se nei mesi scorsi avessi visto venire avanti una candidatura con la forza che poteva competere e vincere contro de Magistris il problema non si sarebbe neppure posto. Ma sono passati mesi e mesi – ha detto a La Telefonata di Belpietro – e ho fatto una cosa renziana, ho detto ‘eccomi'”. Dietro la mia scelta spiega Bassolino c’è “la passione mia per la città e la conoscenza dei problemi”. “Napoli è stata la cosa più importante della mia vita so che è bene per Napoli andare non voglio neanche dire contro ma oltre de Magistris. Napoli è isolata politicamente e invece deve essere una città che dialoga”. “Quando ho fatto il sindaco di Napoli feci una durissima campagna elettorale con Alessandra Mussolini ma un minuto dopo ho cercato di essere il sindaco di tutti i napoletani e ho dialogato con chiunque facesse il presidente del Consiglio, sia che si chiamasse Prodi o Berlusconi, perché è doveroso”. “Questo è il mio stile istituzionale per questo quando mi dicevano fatti avanti, io rispondevo prima si decide sulle primarie e alle fine decido. Rispettosamente ho aspettato mesi e mesi”.