Sondaggi centrodestra: ormai FI stabilmente subalterna alla Lega per Demopolis
Sondaggi centrodestra: ormai FI stabilmente subalterna alla Lega per Demopolis
Sembrano lontani i tempi in cui Sivlio Berlusconi era il dominus della coalizione della Casa della Libertà, Bossi era dipinto dai vignettisti come il suo cagnolino e Casini l’autista. Forza Italia allora rappresentava più di metà della coalizione, e anche di più poi ai tempi del PDL
Sondaggi centrodestra: Lega Nord al 15,5% e Forza Italia al 11,2%
Il panorama attuale è ben diverso, per Demopolis ormai è la Lega Nord a dominare la più ristretta alleanza di centrodestra, con il 15,5%, assomma esattamente al doppio degli alleati messi insieme, quindi del 11,2% di Forza Italia e del 4,3% di Fratelli d’Italia. In totale la forza della coalizione è del 32%, che però diventerebbe il 29% in caso di lista unitaria, visto che in politica 2+2 non fa certo sempre 4. Esattamente la stessa percentuale delle politiche del 2013
Il sorpasso della Lega su Forza Italia è recente, solo di un anno, ma appare ormai costante, ed ha a che fare con la popolarità di Salvini, di fatto incoronato dalla piazza di Bologna come leader l’8 novembre.
Forza Italia negli ultimi mesi è riuscita a recuperare solo pochi decimi, mentre la Lega ne ha perso qualcuno, ma ormai Berlusconi è visto anche da altri sondaggi come un peso per la coalizione e il suo partito non sembra poter riacquistare la centralità che aveva, indebolito anche dalle scissioni di Verdini e Fitto e dai litigi interni come quello riguardante Brunetta come capogruppo.
Sondaggi centrodestra, solo il 60% degli elettori della coalizione vorrebbe Salvini candidato premier
Il problema ora sarà la leadership della lista unitaria che i partiti saranno obbligati a fare. Tra tutti gli elettori il 28% vedrebbe di buon grado la candidatura di Salvini, contro un 57% che ha un’opinione negativa, e questo non stupisce, ma non è molto positivo che solo il 60% degli elettori stessi di centrodestra vedano i leader leghista come candidato premier. Forse pesano le perplessità degli elettori meridionali che ancora non hanno accettato la svolta di Salvini come leader nazionale