Usa, “Donald Trump è il Mussolini d’America” l’allarme del Washington Post
Donald Trump? Rischia di diventare il nuovo Mussolini d’America. A paragonare il miliardario americano e candidato repubblicano alla presidenza Usa al dittatore italiano è l’editorialista politico del Washington Post, Dana Milbank. Il paragone tra i due, sottolinea Milbank, non è superficiale, lo si può notare dalle piccole cose come la postura ad esempio: “la mascella volitiva, gli ampi gesti con la mano destra, tutto quel parlare dei suoi enormi successi contro la stupidità degli avversari, tutto evoca lo stile del dittatore italiano”. E l’ultima scioccante dichiarazione sulla messa al bando dei musulmani non è altro che la certificazione di un atteggiamento ovviamente “fascista”
Donald Trump e le analogie con Mussolini
“L’immobiliarista, poi campione dei talk show prima dell’avventura politica, usa molti degli strumenti dell’armamentario fascista: un disprezzo per la realtà dei fatti, la diffusione di un senso di paura e di crisi prevaricante, la descrizione dei suoi sostenitori come vittime, l’incolpare agenti stranieri o esterni di una crisi che solo la sua personale capacità potrà aiutare a superare”.
Ecco perché i repubblicani non condannano le parole di Donald Trump
“La cosa più preoccupante di Trump stesso – continua Milbank – è la riluttanza che si registra tra i leader repubblicani a condannarlo apertamente”. Ma perché questo atteggiamento? “Per non scontentare il Grand Old Party, lo zoccolo duro dell’elettorato repubblicano ormai spostato nettamente all’estrema destra” scrive l’editorialista del WP. A confermare la tesi di Milbank sono anche le parole, contenute in un memo, di Ward Baker, direttore del comitato nazionale repubblicano per l’elezione al Senato: “Impegnarci a tempo pieno ad attaccare un nostro candidato avrebbe l’effetto di scoraggiare il voto Gop”.
Donald Trump e la petizione in Gran Bretagna
La deriva estremista presa da Trump non piace nemmeno in Gran Bretagna dove una petizione online ha raccolto in poche ore 100 mila firme per chiedere che al miliardario americano sia vietato l’ingresso nel regno. L’iniziativa, sostenuta dalle comunità islamiche e da politici di ogni orientamento, è una risposta alle sparate del miliardario Usa, candidato alla nomination repubblicana, contro la presunta islamizzazione di Londra e contro i musulmani in generale.
Ma Donad Trump non si pente. In un’intervista a Barbara Walter, che andrà in onda stasera su Abc News, il magnate dice di non avere rimorsi per la proposta di vietare l’ingresso a tutti i musulmani in Usa. “Dobbiamo fare la cosa giusta”, insiste Trump.