Renzi: “2015 meglio del 2014, se perdo il referendum ho fallito”
I gufi hanno preso il posto dei pesci rossi sulle slide del Presidente del Consiglio. Matteo Renzi si presenta alla tradizionale conferenza stampa di fine anno con questa premessa: “Il 2015 è andato meglio del 2014”. E’ stato un buon anno perché “è andato meglio delle nostre previsioni nel 2014, lo dice la realtà dei fatti, la politica batte il populismo 4 a 0”. Seguono slide con le previsioni dei cosiddetti “gufi”: “il jobs act non sarà mai approvato”, “l’Italia è invasa, colpa del governo!”, “l’Italia è in stagnazione perenne”, “Riforme costituzionali: siamo ancora alla prima lettura sarà l’ennesimo flop” e così via. Ogni critica smentita punto per punto dalle slide del Presidente del Consiglio seguendo il canone del tradizionale storytelling renziano.
Pil: “l’Italia torna a crescere”
Il primo tema toccato dal premier non può che essere quello dell’andamento dell’economia. “Si diceva che l’Italia era in stagnazione perenne – sottolinea Renzi – se guardiamo i dati vediamo che il segno più torna a crescere: era previsto lo 0,7% e siamo allo 0,8”. Nonostante questo “il tasso di disoccupazione è ancora molto alto, troppo alto, all’11,5% – ha ammesso il Presidente del Consiglio – ma quando ti capita di essere fermato da un ragazzo che ti dice ‘ti ringrazio perché ho un contratto a tempo indeterminato’ ti rendi conto che tante polemiche sul jobs act hanno visto il 2015 portare un po’ di chiarezza”. La riforma del lavoro ha portato “più tutele non meno tutele” e soprattutto “300.000 posti di lavoro in più”. Ma sul fronte disoccupazione Renzi ammette di non essere “ancora soddisfatto del risultato”. “Non basta – ha concluso il premier – lo sarò quando l’Italia tonerà ad avere il ruolo di leadership”.
Riforme: “Se perdo il referendum me ne vado”
La legge elettorale Italicum è stata approvata grazie ad un “capolavoro” ed è stata in definitiva “l’operazione parlamentare più difficile”. Allargando l’obiettivo il premier commenta anche il lavoro fatto da governo e parlamento sulla riforma costituzionale ancora in prima lettura alla Camera: “l’11 gennaio ci sarà il voto alla Camera e ragionevolmente si andrà a stretto giro al Senato e poi immaginiamo il referendum a ottobre 2016 e saranno i cittadini a dire se sono riforme calate dall’alto”. “Se perdo il referendum – ha concluso il Presidente del Consiglio anticipandone il carattere plebiscitario – considero fallita la mia esperienza politica”. Ergo: mi dimetto. Proprio su questo punto Renzi ha ribadito ancora una volta che quello di Presidente del Consiglio sarà il suo “ultimo ruolo pubblico” perché “quando hai fatto questo ruolo dopo lasci com’è naturale”. Ennesimo annuncio anche sulle unioni civili, tema che – a detta dell’ex sindaco di Firenze – va “depurato da tensioni di natura politica stretta” perché nonostante le molte divisioni (“anche all’interno del Pd”) vanno “portate a casa entro il 2016”.
Le domande dei giornalisti presenti, orchestrati dal Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, si sono poi concentrate soprattutto sui temi di più stretta attualità. In particolare: il crac delle quattro banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara) salvate dal governo che ha fatto perdere i risparmi di molti obbligazionisti subordinati, l’emergenza smog degli ultimi giorni in molte città italiane e i dissidi all’interno dell’Unione Europea.
Banche: “I truffati sono pochi, ma riavranno il maltolto”
A precisa domanda Renzi ribadisce ancora una volta che il sistema bancario italiano “è solido” e quindi “non esiste un rischio sistemico”: “non cambierei il sistema bancario italiano con quello tedesco nemmeno sotto pagamento” ha concluso il premier. La strategia comunicativa di Palazzo Chigi comunque è quella di cercare di smorzare il più possibile le tensioni dell’ultimo mese, sminuendo la portata della vicenda. Nonostante questo – sostiene il Presidente del Consiglio – “chi ha subito danni o è stato truffato deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto perché possa avere indietro quello che ha perso”.
Smog: “Più centraline, autobus e efficienza energetica”
Sul fronte dell’ambiente il premier ha ammesso che c’è ancora molto da fare pur segnalando che “l’Italia è il Paese dopo il Giappone dove si vive più a lungo”. “Le centraline segnalano degli sforamenti su Pm 10 e polveri sottili, ma questi sforamenti dipendono da molte cause, il traffico è solo una – ha dichiarato Renzi – così ci siamo dati un impegno: dalle poco meno di 2000 vorremmo passare a qualcosa come 20 mila colonnine di ricarica elettrica, per fare una mobilità sostenibile.”. Altre soluzioni: “il rinnovo degli autobus” o “l’efficientamento energetico negli alloggi popolari”. “L’Italia – ha concluso Renzi – ha ridotto le emissioni negli ultimi 25 anni di almeno un quarto, non tutti i Paesi europei hanno fatto la stessa cosa, non dico che vada bene, ma da qui a sostenere che ci sia un governo che passeggia su 68 mila morti, come fa Grillo, c’è una bella differenza”.
Renzi vs Merkel: “le regole devono valere per tutti”
Uno dei temi fondamentali delle ultime settimane è stato lo scontro aperto proprio dal Presidente del Consiglio italiano a margine dell’ultimo vertice dei Capi di Stato europei. In particolare Renzi aveva criticato l’atteggiamento predominante della Germania tra i 28 Stati membri. “L’Europa cresce meno di quello che pensava perché ha scelto politiche economiche sbagliate – ha attaccato l’ex sindaco di Firenze – questo modello di politica economica per me non funziona. In Europa, rispetto agli Stati Uniti di Obama, la disoccupazione sale mentre il Pil cresce meno di quanto dovrebbe”. In sintesi: “di sola austerity un continente muore e questo è stato il motivo di scontro all’ultimo Consiglio Europeo”. L’Italia comunque “rispetta tutte le regole dell’Ue” e “non chiede sconti, non chiede saldi, non è al discount” ma solo “che le regole valgano per tutti: c’è un solo Paese che non ha rispettato il 3% quando ha fatto la riforma del lavoro: la Germania”.
Elezioni amministrative: a Roma nessun rinvio, a Milano bella sfida
La conclusione della conferenza stampa è tutta concentrata sulle prossime amministrative di giugno. Il Presidente del Consiglio – dopo aver smentito le voci che lo vogliono “ossessionato dai sondaggi” – passa in rassegna tutte le più importanti città che andranno al voto in primavera. Sul caso Roma, Renzi smentisce qualunque ipotesi di rinvio del voto ventilato negli ultimi giorni dai 5 stelle che – dice il premier –“hanno visioni allucinogene” forse ispirate “dai libri di Casaleggio”. A Milano invece “ci sarà una bella competizione alle primarie tra Beppe Sala, Francesca Balzani e Pier Francesco Majorino” mentre a Torino “si è deciso di far perdere il centro-sinistra” spaccando la coalizione con la candidatura di Airaudo contro quella del sindaco uscente Piero Fassino. Data prevista per l’election day: 10 giugno.
Giacomo Salvini
Twitter @salvini_giacomo