Violenze Colonia: falsi video, strumentalizzazioni e le difficoltà del governo Merkel
Violenze Colonia: falsi video, strumentalizzazioni e le difficoltà del governo Merkel
Mentre le denunce per aggressione a sfondo sessuale salgono alla considerevole cifra di 500, continua la polemica sul falso video diffuso giovedì scorso e subito ricondiviso da almeno 30.000 persone su Facebook riguardo la notte di Capodanno a Colonia. Il video in questione mostra una folla di uomini che stringe a sé una giovane donna bionda. Questo video è stato spacciato come prova degli assalti che alcune centinaia di ragazze hanno subito davanti alla stazione centrale della città renana.
In realtà è stato dimostrato che questo filmato non c’entra assolutamente con gli eventi di Colonia. Infatti la stessa ragazza mostrata nel video incriminato ha rivelato la sua identità postando un messaggio sul suo profilo Facebook. Si tratta di Julia Leeb, giornalista tedesca, che con un post dal titolo “Breaking the silence” ha raccontato sì di essere stata la vittima di una terribile aggressione di gruppo, ma che si trattava di un fatto accaduto al Cairo nel 2012.
Il video – come lei racconta – era stato girato da un uomo presente tra la folla. E’ voluta intervenire e smascherare una falsità che molti giornali e telegiornali, sia tedeschi che esteri, avevano accolto come prova dei fatti di Colonia. Riguardo l’accaduto lei stessa dichiara: “Come donna mi sono a lungo vergognata di ciò che era avvenuto. Però non vorrei che questo venga strumentalizzato contro dei rifugiati innocenti. E’ giunto il momento che i veri colpevoli e anche i politici comincino a vergognarsi. Gli aggressori di Colonia erano evidentemente organizzati. Signora Merkel, separi i colpevoli di questi fatti dai profughi innocenti. La smetta di promettere, ma cerchi di mettere in atto delle azioni concrete! Lo faccia in nome degli innocenti messi in mezzo e della sua stessa gente”.
Dopo questo annuncio tra le altri sono arrivati gli articoli di rettifica e le scuse dell’importante testata giornalistica tedesca Die Welt e anche della nostra Rai News.
La persona che ha per prima diffuso su Facebook questo video spacciandolo per vero, è risultata essere una donna, Natalie Freund, vicina ai gruppi neonazisti tedeschi e ad Afd (Alternative für Deutschland), partito conservatore di estrema destra. Naturalmente tutto questo a contribuito ad infiammare gli animi e a creare un’indignazione crescente contro la presenza di molti stranieri in terra tedesca. A tutto questo coacervo di contraddizioni e false notizie dal sapore “vagamente” razzista si è voluta opporre la giornalista Julia Leeb, che pure era stata vittima al Cairo in Piazza Tahrir di molestie che la segnarono profondamente nell’intimo.
Il gruppo di antifascisti di sinistra Linke Bazillen ha messo in atto un attacco hacker contro il profilo di Natalie Freund lasciando un messaggio che recita così: Che pena, purtroppo dobbiamo constatare che questo profilo solo ed unicamente pretende di fare una campagna diffamatoria contro i rifugiati. Perciò abbiamo visto come nostro dovere sequestrare questo profilo per mettere fine a delle ripugnanti bugie.
Violenze Colonia: le difficoltà del governo Merkel
La cancelliera Angela Merkel ha annunciato di voler inasprire le pene per chi si macchia di aggressioni a sfondo sessuale, avvicinando le pene previste per lo stupro a quelle per palpeggiamenti. La CDU e la SPD – rispettivamente rappresentate dal Ministro dell’Interno Thomas De Maiziere e dal Ministro della Giustizia Hieko Maas – sono d’accordo nel facilitare l’espulsione di coloro, tra gli immigrati, che si macchino di delitti o abusi sessuali.
Riguardo i provvedimenti legislativi in merito dichiara De Maiziere: ”Questa è una dura ma giusta risposta dello Stato a coloro che credono, che trovando qui rifugio, sia concesso di commettere reati senza avere conseguenze riguardo la loro permanenza qui in Germania.” Il socialdemocratico Maas incalza: “I criminali devono qui in Germania conseguentemente rendere conto delle loro azioni . Se sono stranieri, l’espulsione sarà una una di queste conseguenze”.
Emergono dunque le difficoltà di un governo che sfrutta la tematica del sessismo (come se la Germania ne fosse immune, tutt’altro) per affrontare il problema dell’ondata di profughi. Una piaga che – come profetizzato dal Financial Times tra le previsioni per il 2016 – potrebbe anche rappresentare la fine della lunga era Merkel.
Lorenzo Chemello