Referendum trivelle dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale. Ecco l’ultima grana per il Governo Renzi che se la dovrà vedere con Michele Emiliano e gli altri governatori che hanno proposito il quesito. Di cosa si parla? La proposita di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate.
Cosi la comunicazione della Consulta: “La Corte Costituzionale nella seduta di oggi ha dichiarato ammissibile la richiesta di un referendum e improcedibili altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine. Per questi ultimi, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto della pronuncia dell’ufficio centrale per il referendum della Cassazione che aveva dichiarato: ‘non hanno più’ corso le operazioni concernenti le prime cinque richieste referendarie’, dichiarando conseguentemente l’estinzione del giudizio”.
“Il quesito ammesso è l’unico del quale l’ufficio centrale per il referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la legge di stabilità 2016). Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto, come rilevato dall’ufficio centrale per il referendum, i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge”.
La posizione del Governo, fatta filtrare da ambienti vicini a Palazzo Chigi, ostenta calma: chiunque vinca il referendum, non ci sarà alcuna nuova trivellazione.
Referendum trivelle, commento di Michele Emiliano dopo si della Consulta
“Abbiamo appreso dalla Corte costituzionale che il referendum anti-trivelle si svolgerà, è stato ammesso. Si tratta di un referendum eminentemente politico, che tende a spingere il Governo a elaborare una politica energetica e a dire se in questa politica energetica debbano o meno avere un ruolo le ricerche di idrocarburi e, in particolare, l’eventuale sfruttamento dei pozzi ritrovati, cosa che il governo ancora non ha fatto. Nel frattempo, in attesa di questa risposta, le Regioni hanno chiesto al popolo italiano di decidere se ritengono che la ricerca di idrocarburi e l’eventuale sfruttamento dei pozzi sia necessario all’economia italiana. Abbiamo l’occasione di fare una bella discussione, finalmente, sulle cose veramente importanti, sino ad ottobre quando si svolgerà il referendum, per capire qual è il destino energetico del nostro Paese. Mi auguro dunque che la paura della coincidenza di questo referendum con quello sulle riforme costituzionali non stronchi questa discussione. Certo, il Governo può fare un’altra norma ‘uccidi-referendum’ e mi auguro, a questo punto, che la eviti, perché la campagna referendaria partirà oggi stesso e bisogna evitare che gli italiani pensino che di queste cose non si può discutere nel nostro Paese. Lo faremo con i Consigli regionali, ai quali faccio le mie congratulazioni, perché sono stati promotori del referendum. I Consigli regionali per la prima volta nella storia di Italia hanno capito che basta che cinque di essi non siano d’accordo su una legge dello Stato perché sia possibile chiedere il parere ai cittadini. E questa possibilità va utilizzata anche per altre leggi, perché spesso i governi legiferano senza un adeguato coinvolgimento dal basso degli organismi intermedi e più in generale dei partiti”.