Sondaggi politici: la salute della democrazia nella Russia di Putin
Sondaggi politici: la salute della democrazia nella Russia di Putin
Per la maggioranza dei cittadini la Russia è (quantomeno parzialmente) una democrazia. Sono i dati che emergono dall’ultima rilevazione effettuata dal Levada Center, che ha intervistato un campione di 1600 cittadini dai 18 anni in su provenienti da tutte le regioni del Paese.
Come evidenziato nei risultati del sondaggio, negli ultimi 2 anni e mezzo la percezione di una Russia democratica è in progressiva salita, passando dal 37% del marzo 2013 al 62% dell’ultima rilevazione. A salire è sia la componente di coloro che ritengono il Paese pienamente democratico senza ombra di dubbio (raddoppiando dall’8 al 16% nel giro di un anno e mezzo), sia di coloro che hanno un’opinione positiva più sfumata (dal 31% di 2 anni e mezzo fa all’attuale 46%).
Sondaggi politici: per i cittadini la Russia è una democrazia
Ma di quale tipo di democrazia necessita la Russia? Per la maggioranza relativa degli intervistati (il 46%) il Paese ha bisogno di un tipo di democrazia particolare, tale da sapersi coniugare con le tradizioni russe e con caratteristiche nazionali ritenute uniche al mondo.
Se si entra nel dettaglio del tipo di esecutivo richiesto per governare il Paese, le posizioni sono più variegate. Il 31% dei cittadini auspica un governo democratico basato sull’ideologia del libero mercato, similarmente alle democrazie occidentali. Il 24% degli intervistati vorrebbe una tipologia di governo “unica” ed originale, mentre per il 27% l’unico requisito fondamentale è quello di garantire un buon tenore di vita ai cittadini. In calo invece coloro (10%) che vorrebbero il ritorno dell’ideologia comunista, meno ancora (3%) quelli con aspirazioni monarchiche o imperiali.
L’opinione dei cittadini russi prende in esame non solo la salute della democrazia russa, ma anche quella dell’economia e delle proprie tasche. Il 58% degli intervistati – +7% rispetto ad un anno fa – si colloca nella fascia di coloro che riescono a sopravvivere e a soddisfare i principali bisogni, ritenendo però problematici ulteriori acquisti. Cala invece al 23% (-6%) la percentuale di coloro che ritengono di potersi permettere anche beni di consumo come un frigorifero o una televisione, ma non un’automobile.
Da segnalare un lieve aumento complessivo – dal 16 al 17% di coloro – che ritengono di non avere abbastanza denaro – per potersi sfamare e vestire contemporaneamente.