Elezioni Milano: chi è Stefano Parisi, il candidato che piace anche a Salvini
Elezioni Milano: chi è Stefano Parisi, il candidato che piace anche a Salvini
A Milano la Lega Nord punterà con grande probabilità sulla candidatura di Stefano Parisi presso Palazzo Marino (Consiglio Comunale). Il faccia a faccia avuto con il leader del Carroccio, Matteo Salvini, sembra aver diradato i dubbi e le preoccupazioni su chi dovesse guidare la leadership del centro destra nella battaglia post governo Pisapia.
“Parisi per le sue competenze professionali e la sua capacità di risolvere i problemi a me personalmente piacerebbe”. Parole e musica quelle di Salvini che sembra ormai involato ad investire Stefano Parisi della candidatura per sindaco di Milano. Parisi, eletto nel giugno 2007 amministratore delegato di Fastweb (autosospesosi nel 2010 per via di un’inchiesta della Procura di Roma, dalla quale ne uscì completamente innocente), non è un politico di professione. Ha vissuto una vita nelle aziende, arrivando a guidare la famosa azienda di telecomunicazioni fondata nel vicino 1999. Non solo: Parisi, infatti, ha lavorato all’ufficio studi della Cgil proprio pochi anni dopo l’autunno caldo. Quindi il lavoro nell’amministrazione di Palazzo Marino, col prestigioso ruolo di direttore generale e l’ancora più considerevole ruolo – sempre di direttore generale – presso Confindustria.
Elezioni Milano: identikit di Stefano Parisi
Oggi la possibile investitura per guidare la ‘capitale economica’ d’Italia. Una sfida complicatissima, la più difficile per Parisi. Lui non si scompone, anche se dall’interno del centro destra non si percepisca un’aria totalmente distesa. Le parole di Mariastella Gelmini ne sono il termometro: “la candidatura a oggi pare appesa a un filo sottile”.
Ma dall’altra parte c’è chi, pur sostenendo Sala, spende parole decisamente positive per Parisi. E’ l’ex assessore della Giunta Albertini, Sergio Scalpelli: “se Sala non andasse brillantemente, Parisi potrebbe davvero portare tutti quanti ad uscire dall’illusione che il centrodestra non esista”. Parisi come elemento di profondità verso una coalizione che negli ultimi dieci anni ha perso pezzi fondamentali, oltre a quel rapporto col Paese che era riuscita bene a costituire, senza pronunciare gli stravolgimenti e gli squilibri all’interno della bilancia-peso del centro destra, milanese e nazionale.
Daniele Errera