Comunali Roma, tramontata l’ipotesi Rita Dalla Chiesa
Mentre a Milano il centrodestra sembra aver trovato la quadra (oggi l’ex sindaco Gabriele Albertini ha annunciato ad un Giorno da Pecora che Stefano Parisi ha accettato la candidatura a sindaco di Milano: “Mi ha mandato un sms alle 12.57 in cui mi dice: ‘Ho accettato, sono emozionato, che bello tornare Palazzo Marino dopo tanti anni”) a Roma la situazione rischia di saltare.
Ieri Giorgia Meloni ha avanzato la candidatura di Rita Dalla Chiesa, la giornalista e conduttrice tv, 69 anni, figlia del generale ucciso dalla mafia. Nome che però non ha trovato il placet di Matteo Salvini che anzi si sarebbe profondamente irritato per la gestione delle candidature tanto da decidere di disertare l’incontro in programma stasera tra i tre leader del centrodestra.
Comunali Roma, il no di Dalla Chiesa
A chiudere la questione ci ha pensato poi Rita Dalla Chiesa che in un primo momento si era detta interessata. “Ringrazio – dice – per tutta la stima e per l’affetto, oltre ogni aspettativa, con cui avete accolto in questi giorni la notizia della mia candidatura a sindaco di Roma. Dopo aver pensato a lungo alla possibilità che mi è stata offerta di poter essere portavoce delle richieste dei cittadini di questa città, che amo molto, ho deciso di non accettare. Ho capito che le mie priorità continuano ad essere la mia famiglia e la mia professione. Questo non toglie che continuerò a lottare per le battaglie in cui credo e che ho sempre portato avanti sui giornali, in televisione e sui social. Grazie a chi mi ha sostenuto prima ancora di cominciare”.
Tutto da rifare quindi. In pole rimangono ora Guido Bertolaso che però ha declinato l’invito e Alfio Marchini. L’imprenditore piace sia a Berlusconi che a Salvini ma non a Giorgia Meloni. Negli ultimi giorni è spuntato il nome di Simonetta Matone, classe ‘53, sostituto procuratore in Corte d’Appello, volto noto dei talk. Insomma il cantiere del centrodestra a Roma è ancora in fermento.
A Milano invece Parisi scende ufficialmente in campo. “È stata – spiega il manager in una nota – una scelta difficile perché implica un profondo cambiamento delle mie prospettive di vita e professionali, ma la spinta decisiva è venuta dall’aver verificato che intorno al mio nome si è coagulato il consenso di tutte le componenti dell’area che è oggi al governo della Regione Lombardia Di fonte a questo consenso, ritengo un mio dovere continuare a dare il mio contributo al servizio ad una comunità, come quella milanese, con la quale così intensamente ho lavorato negli ultimi 15 anni”.