Ecco perché Civati non si candiderà a sindaco di Milano
“Non c’è contraddizione tra il dire che c’è uno spazio politico enorme da occupare e dire che non mi candido”. Così Giuseppe “Pippo” Civati, leader di Possibile, sembrerebbe escludere la sua corsa personale a sindaco di Milano. Però, come segnala Maurizio Gianattasio sul Corriere della Sera del 22 febbraio, “un’araba fenice” continua ad aleggiare (a) sinistra: quella di una proposta alternativa al renziano Beppe Sala, uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra lo scorso 7 febbraio con il 42% delle preferenze. Un esito che non è stato gradito dagli ambienti meno filo-governativi, che hanno subito pensato a vie d’uscita.
Vuoto a sinistra
Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale di Milano nonché esponente storico della sinistra meneghina, è stato tra i primi a ragionare a proposito di quel campo che non si sente per nulla rappresentato dal commissario di Expo 2015. A suo dire esisterebbero ampi settori molto scontenti, che vanno dalle sigle definite radicali, che non si sono presentate alle primarie per sottostare all’obbligo di sostenere il vincitore, sino agli elettori che hanno optato per Francesca Balzani (che ha ottenuto il 34%) o Pierfrancesco Majorino (23%) ma solamente per arginare il candidato prediletto di Renzi. Ma a proposito del nome di questo fantomatico candidato di sinistra, Basilio Rizzo è anche il primo a defilarsi, affermando che servirebbe un nome di punta, e non uno “di serie B” come lui stesso riconosce di essere.
La ricerca del candidato anti-Sala: Possibile?
Esoneratisi Nando Dalla Chiesa e Cecilia Strada – che preferiscono continuare a dedicarsi ai rispettivi lavori, nonostante l’ampio corteggiamento degli arancioni dal feticismo per la “società civile” – è spuntato nuovamente il nome di Civati, questa volta cavato fuori dal cilindro dell’europarlamentare (ex PD, ora vicino a Sinistra Italiana) Sergio Cofferati, anch’egli già indicato come possibile jolly anti-Sala:
“Pippo Civati ha le caratteristiche per essere un ottimo candidato sindaco di Milano e la sinistra orfana della stagione arancione, se lui decidesse, non potrebbe che sostenerlo”, afferma il Cinese.
Appunto, ben lontani sembrano i tempi che hanno fasciato di tricolore Luigi De Magistris a Napoli, Marco Doria a Genova, Massimo Zedda a Cagliari e, ovviamente, Giuseppe Pisapia a Milano, pure lui presente al Palacongressi dell’Eur durante il discorso di Cofferati. A detta dell’ex sindacalista, Civati sarebbe un modo per continuare quel sogno arancione. Perché “il discrimine, a partire da un’idea precisa sul valore sociale del lavoro, è essere di sinistra“, dice, e Sala con quel retroterra avrebbe ben poco a che fare. L’obiettivo di Cofferati? “Governare. Non mi interessano organizzazioni minoritarie”. Del resto, nessuno ammetterebbe di avere una vocazione minoritaria, nemmeno chi l’avesse in modo meno recondito. Qualcuno agita lo spauracchio di una Liguria-bis, con la consegna dell’ennesima amministrazione al centrodestra, tuttavia Cofferati risponde ricordando che il centrosinistra ligure perse innanzitutto a causa della candidata renziana Lella Paita che aveva ottenuto l’appoggio, durante le primarie, da settori di destra; mai gli elettori di sinistra avrebbero potuto votarla, neppure se si fosse evitato di candidare l’outsider Pastorino nella corsa finale.
Majorino con Sala contro Parisi, Civati aspetta la Balzani
Tornando a Milano, se Sala sembra aver garantito l’appoggio dell’altro candidato di sinistra, Pierfrancesco Majorino – giocando la carta dell’unità antileghista contro il candidato del centrodestra Stefano Parisi, il quale si presta al gioco delle parti demonizzando i “comunisti” che appoggerebbero lo sfidante – la Balzani sembra non aver ancora sciolto del tutto le riserve. E con lei la sinistra più battagliera, che tra l’ex manager di Telecom (Sala) e quello di Fastweb (Parisi) vede ben poca differenza; e con lei lo stesso Civati. Finché la Balzani non avrà preso posizione, il leader di Possibile continuerà, possibilmente, a negarsi. Qualora la Balzani decidesse di presentarsi, la candidatura di Civati non avrebbe senso, perché certamente ciò che resta del popolo arancione preferirebbe la candidata che sembra meno catapultata dall’esterno. Qualora, invece, la Balzani decidesse di defilarsi, allora Civati potrebbe iniziare a pensarci. Ma se egli, nel fare ciò, dovesse impiegare i tempi che sono stati necessari per recidere il cordone ombelicale con il PD, allora Sala farebbe in tempo a diventare sindaco.