Elezioni Irlanda: alle urne per un bilancio dell’austerity
Elezioni Irlanda: il 3 Febbraio Enda Kenny, premier irlandese, scioglie il parlamento per garantire stabilità al Paese e all’economia, le elezioni politiche in Irlanda si terranno quindi oggi: un vero e proprio test al regime di austerity imposto da conservatori e laburisti. Secondo un sondaggio dell’Irish Times, il Labour viene dato al 7 %, il Fine Gael (democratici di centro) al 30, il Fianna Fail (repubblicani) al 20 e il Sinn Fein (nazionalisti di sinistra) all’8 per cento. Proprio questi ultimi sembrano destinati a portare scompiglio nei risultati elettorali. In Irlanda vige il sistema proporzionale e le coalizioni hanno bisogno di raggiungere il 45% dei voti per governare. Secondo le stime attuali, laburisti e conservatori arriverebbero insieme al 37. Potrebbero quindi rivelarsi indispensabili alleanze con piccoli partiti ma questo destabilizzerebbe molto il raggio di azione dell’esecutivo. D’altro canto, il Sinn Fein ha già dichiarato di non essere disposto ad alleanze con altri partiti.
Elezioni Irlanda: austerity, una misura indispensabile
Brian Cowen, ex primo ministro del Fianna Fail ha dichiarato: “Ci batteremo fino alla fine. La gente è libera di scegliere il risultato di queste elezioni, noi continuiamo a presentare le nostre ragioni, contrastando le distorsioni raccontate dall’opposizione. Abbiamo dovuto alzare le tasse e tagliare le spese. E occorre continuare se si vogliono riordinare le finanze pubbliche. L’opposizione invece continua a dire che c’è una ‘alternativa indolore’. Tanto lo sanno che le loro cifre non devono reggere, perché hanno il lusso di stare all’opposizione”. Gli ha fatto eco Enda Kenny: “L’economia nazionale continuerà a crescere solo se i cittadini sceglieranno di mantenere la coalizione al potere”.
Secondo recenti dati della Banca Centrale Irlandese l’economia sembra essere in fase di espansione con un aumento del Pil nel 2015 del 6,6%. Anche la disoccupazione sembra calare con una cifra al di sotto dell’8%, insomma i numeri sembrano dalla parte del governo, un caso davvero raro in Europa. Kenny potrebbe essere l’unico leader europeo ad aver fatto rifiorire l’economia del Paese con i tagli imposti, sebbene le zone rurali facciano ancora molta fatica a godere della ripresa. Certo il debito rimane alto, all’incirca il 97% del Pil con un deficit di più del 2% sul prodotto interno lordo ma d’altronde tra il 2013 e il 2014 l’Irlanda uscì da un bailout internazionale da oltre 60 miliardi. Nonostante lo scoppio della bolla immobiliare e il disastro finanziario che ne è seguito, i suoi bond decennali hanno un rendimento dello 0,95 per cento, quasi fantascienza per gli standard europei.
Federica Albano