Fini-Giovanardi, Cassazione: ridurre pene per i piccoli spacciatori
”Potranno uscire dal carcere migliaia di detenuti condannati per piccolo spaccio, qualora venisse accolta la loro richiesta di revisione del trattamento sanzionatorio”. Questo il messaggio che arriva da fonti della Cassazione. Dopo la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi dello scorso 12 febbraio, oggi la Suprema Corte ha stabilito che le pene definitive per piccolo spaccio di droga dovranno essere riviste al ribasso. La Cassazione ha infatti accolto un ricorso della procura di Napoli che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena dopo la dichiarazione di illegittimità della Corte Costituzionale. Gli effetti si potrebbero notare subito con la fuoriuscita dal “carcere di migliaia di detenuti condannati per piccolo spaccio, qualora venisse accolta la loro richiesta di revisione del trattamento sanzionatorio”.
Secondo le ultime stime, infatti, 5 mila sono i detenuti per spaccio di droghe pesanti e 9 mila per spaccio di droghe leggere. E saranno questi ultimi a poter chiedere il ricalcolo della pena. La Suprema Corte ha inoltre stabilito che dopo la decisione del febbraio scorso della Consulta, in vigore è rientrata la legge Iervolino-Vassalli. Perciò, i giudici chiamati a ricalcolare le pene dovranno tenere di conto anche di questo fattore. Il tema droghe ha da sempre, storicamente, spaccato in due il Parlamento: la lotta tra proibizionisti e “liberalizzatori” (cit. Gasparri) è sanguinosa. Dopo la decisione odierna è subito intervenuto il padre della legge ritenuta incostituzionale dalla Consulta, Carlo Giovanardi (senatore di Ncd): “E’ appena entrata in vigore una nuova legge – ha spiegato ad un’agenzia- che stabilisce che lo spaccio di qualsiasi sostanza, sia cannabis o eroina, comporta la reclusione da sei mesi a quattro anni. Quest’intervento potrà forse avere ripercussioni sul sovraffollamento carcerario, ma non saprei quantificare in che misura”.
Dall’altra parte arriva la risposta di uno degli uomini giustizia del Partito Democratico, Luigi Manconi: “Ancora una volta la magistratura provvede là dove la politica non fa o tarda a fare. Si intervenga immediatamente per sanare quella intollerabile ingiustizia che vede recluse migliaia di persone, condannate a una pena prevista da una norma dichiarata incostituzionale”. Maurizio Gasparri attacca la Cassazione di aver così reso gli spacciatori “impuniti” e Luca Zaia, presidente della regione Veneto, fa (inaspettatamente) il democristiano: ci vuole “civile e pacato confronto su una materia così delicata”.
Giacomo Salvini