Sondaggi politici: per il 76% degli italiani i partiti sono tutti uguali
Sondaggi politici: oltre alla consueta rilevazione delle intenzioni di voto, questa settimana l’istituto Swg ha sondato l’opinione degli italiani su un concetto-chiave della politica contemporanea, non solo nostrana, ovvero il “populismo”. Tradizionalmente associata a un significato “negativo”, la parola sta cominciando – da circa un decennio a questa parte – ad assumere una nuova connotazione, ben più positiva: “populismo” inteso come impegno politico lontano dalla logica del compromesso, dai magheggi di palazzo e dal grigiore del “politicamente corretto” a tutti i costi. Il processo in atto è evidente, fanno notare da Swg. Infatti, 3 italiani su 10 pensano che “populismo” non significhi “fare sistematicamente appello agli istinti più bassi della massa” ma “considerare le esigenze del popolo”.
Sondaggi politici: per il 76% degli italiani i partiti sono tutti uguali
Comunque, l’Italia resta divisa sull’atteggiamento da tenere nell’ambito “politico”. Se il 47% difende le istanze di una realpolitik fatta da “professionisti” – capaci di fare proposte efficaci nel lungo periodo anche se poco condivise – il 43% del campione intervistato da Swg dice di apprezzare una politica che ascolta i “bisogni”, appunto, del “popolo” e che, in base a questi, formula delle proposte condivise.
Detto ciò, si capisce perché il 20% degli italiani ritiene che associare l’etichetta di populista a un movimento o a un partito sia un fattore positivo…
In totale, il 24% del campione intervistato si dichiara vicino alle istanze di una proposta populista (19% abbastanza vicino – 5% completamente vicino).
Dunque, non stupisce che il 38% degli italiani si senta più vicino alle istanze dell’«antipolitica». D’altra parte, questa posizione non si può semplicemente liquidare come “immatura”: trovare risposte sempre più facili a problemi sempre più difficili.
Addirittura il 76% degli italiani non trova differenze tra le proposte dei vari partiti politici. I partiti hanno un ruolo predominante nel nostro sistema, talmente predominante da “assorbire” completamente la “politica” italiana per certi versi (se non nei fatti, almeno nell’immaginario). D’altra parte, un sistema siffatto ha come obiettivo principale quello di fornire rappresentanza a più “gruppi”, a più “istanze”, quanto più ampiamente possibile (in teoria). Se l’offerta non si differenzia – cioè la “ricetta” è uguale per tutti – ben pochi saranno rappresentati: più tale processo si consolida, più aumenta il distacco tra chi delega e chi viene delegato. Inoltre, se “tutti i partiti sono uguali” – si è già detto come siano “tutta” la “politica” – allora è dalla “politica” in generale che avviene il distacco. Ottimisticamente, in realtà neanche tanto, l’avanzata dell’antipolitica potrebbe simbolizzare la voglia di tornare a fare “politica”. Sicuramente con internet, ma innanzitutto riproponendo dialogo, confronto, progettualità, speranza.