Elezioni Germania: un test sui rifugiati per la Merkel
Elezioni Germania: domenica 13 marzo, si recheranno alle urne gli elettori di 3 lander tedeschi, nello specifico si tratta di Baden-Wurttemberg, Renania Palatinato e Sassonia-Anhalt. L’atmosfera che si respira nel mondo politico tedesco è, a dir poco, tesa. Nonostante l’aspetto locale che formalmente lo contraddistingue, il voto di domani potrebbe innescare un cambiamento nella “politica delle braccia aperte” portata avanti da Angela Merkel. Infatti, a seconda del risultato, potrebbero determinarsi delle “crepe” all’interno del suo partito, la CDU, tali da obbligare la Cancelliera a inasprire le misure sui rifugiati. Inoltre, sono l’ultimo test a disposizione della coalizione di governo prima delle elezioni generali attese per l’anno prossimo.
Come affermato da diversi analisti – considerato che, ancora prima di cominciare, la campagna elettorale aveva già decisamente puntato in direzione “rifugiati”, le elezioni di domenica saranno la prima occasione concreta per valutare la tenuta elettorale delle misure di accoglienza sposate dal governo di Angela Merkel. Oltre a essere un “test di fiducia” in questo senso, però, rappresentano anche delle elezioni nazionali “di prova”. Tocca ai governi dei singoli Lander indicare i propri delegati per il Bundesrat, la Camera Alta del Parlamento tedesco, dando così una chiara indicazione all’allineamento politico dell’esecutivo federale.
Elezioni Germania: un test sui rifugiati per la Merkel
Ora, un buon risultato alla conta dei voti potrebbe essere interpretato come un avallo al corso inaugurato dalla Cancelliera e incentivare il proseguimento del percorso intrapreso. D’altra parte, se la CDU, il 14 marzo, si sveglia con un disastro elettorale sulle spalle, la Merkel verrà accusata di aver messo a repentaglio la solidità del partito e del governo per affermare una posizione spesso definita, anche all’interno della CDU stessa, come morale e ideologica.
Diverse “coltellate alle spalle” alla Cancelliera sono arrivate proprio dagli esponenti cristiano-democratici di spicco di Renania-Palatinato (Guido Wolf) e Baden Wurttemberg (Julia Klockner) che hanno chiesto di prevedere un “tetto” al numero di rifugiati per anno, nel tentativo di calmare i timori (a livelli altissimi nei lander meridionali) dell’elettorato conservatore che, nel frattempo, strizza l’occhio agli xenofobi di Alternative fur Deutschland – che sembrano ormai destinati a entrare nei parlamenti (soglia 5%) sia di Renania-Palatinato (13%, sondaggi Ard Deutschlandtrend risalenti a venerdì) che del Baden Wurttemberg (9%). AfD ha 5 rappresentanti nei 16 stati federali.
Anche se, stando a quanto riferiscono studiosi e fonti istituzionali, in Sassonia-Anhalt (4mila rifugiati – un impatto limitato in fin dei conti) l’«accoglienza» ha finora funzionato bene, d’altra parte, il terzo lander più povero di tutta la federazione non è immune al fascino dell’estrema destra. A dire il vero, la retorica “lo Stato aiuta i rifugiati ma non i tedeschi” ha funzionato alla grande: AfD potrebbe incassare addirittura il 19% dei consensi.