Crisi migranti: che cosa prevede l’accordo tra Ue e Turchia
Crisi migranti: i leader dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. Ecco quello che sappiamo:
I leader della comunità dei 28 hanno raggiunto una posizione comune da tenere al negoziato con la Turchia solo nella tarda nottata. I colloqui con il premier turco Davutoglu sono cominciati stamattina.
A comunicare per primo il raggiungimento dell’accordo il portavoce del Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, il quale aveva ricevuto mandato a trattare. Dopo l’approvazione del primo ministro turco anche i leader dell’Unione Europea hanno dato il via libera finale.
Donald Tusk’s spokesman says arrangements to return migrants to Turkey could come into force from 20th March if leaders agree revised deal
— Sky News Newsdesk (@SkyNewsBreak) 18 marzo 2016
Crisi migranti: che cosa prevede l’accordo tra Ue e Turchia
L’accordo prevede la registrazione e il respingimento in Turchia di tutti i richiedenti asilo in arrivo sulle coste della Grecia dalla Turchia stessa. D’altro canto, l’Ue si impegna al reinsediamento dei profughi siriani attualmente sul suolo di Ankara (circa 2,7 milioni di rifugiati).
In sostanza, per ogni siriano rimandato in Turchia, l’Ue ne accoglierà un altro già in territorio turco (posti offerti su base volontaria da parte di ciascun membro): sarà data la “priorità” a coloro che non hanno tentato l’ingresso irregolare sul territorio europeo.
Per rispettare le norme internazionali, l’accordo esplicita che le richieste d’asilo verranno esaminate individualmente sulle isole greche e non si attueranno “deportazioni di massa”. Tornerà indietro chi non presenta la domanda o coloro la cui domanda sarà giudicata “irricevibile” (la Grecia dovrà riconoscere alla Turchia lo status di “terzo paese sicuro” per legittimare il respingimento alla luce del diritto internazionale)
La data di inizio del piano prevista è il 20 marzo.
Stabilito un limite provvisorio di 72mila posti – in base agli impegni già assunti dai paesi europei non ancora realizzati – al superamento del quale l’accordo dovrà essere rivisto.
Assicurata un’erogazione più veloce dei 3 miliardi già promessi dall’Ue per migliorare le condizioni di vita nei campi profughi di Ankara, promessi altri 3 miliardi di aiuti finanziari fino alla fine 2018 se le risorse già concesse saranno sul punto di esaurirsi.
l’Ue potrebbe garantire ai cittadini turchi il libero accesso all’area Schengen “al massimo entro il 2016″ (la Turchia però è tenuta a rispettare 72 criteri specifici il che rende difficile il concretizzarsi di questa prospettiva nei tempi previsti), inoltre, anche se in modo molto vago, è stata assicurata la ripresa dei colloqui di adesione di Ankara all’Ue “al più presto”.