Inchiesta Mose, le reazioni politiche tra accuse e garantismo
Arrivano le inevitabili reazioni politiche in merito all’inchiesta Mose, che ha portato ad arresti clamorosi tra cui il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.
Duro il commento del Movimento Cinque Stelle, affidato alle parole del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. “Larghe intese in manette, cos’altro devono fare questi partiti per non meritare più il voto dei cittadini italiani?” è il commento postato sulla sua pagina Facebook.
Dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, arrivano rassicurazioni su un eventuale coinvolgimento nell’inchiesta Mose del Governatore del Veneto, Luca Zaia. Intervenendo alla trasmissione RAI ‘Agorà’, il leader padano si dichiara disposto a mettere la mano sul fuoco nel garantire l’integrità del presidente della Regione veneta.
Vale per Orsoni e per Galan, per gli avversari e per gli amici. Valga sempre la presunzione di innocenza. Perché la custodia cautelare?
— Daniele Capezzone (@Capezzone) 4 Giugno 2014
Anche il forzista Daniele Capezzone interviene sull’inchiesta Mose, battendo il tasto sul garantismo e contestando le misure di custodia cautelare disposte per le persone coinvolte. Di diverso tono la reazione del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, che parla di vera e propria “strategia della tangente” come leitmotiv per le grandi opere.
Emanuele Vena