Renzi ottiene la flessibilità ma l’Europa ancora non si fida dell’Italia
Renzi ottiene la flessibilità ma l’Europa ancora non si fida dell’Italia
Lo aveva annunciato il premier Renzi in mattinata, poi nel primo pomeriggio è arrivata la conferma da parte di Bruxelles: l’Italia avrà la flessibilità tanto agognata. A dare il via libera sono stati i responsabili della Commissione europea per i conti pubblici Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici.
I due commissari hanno inviato al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan una lettera contenente il disco verde per la flessibilità che andrà ad incidere sul bilancio di quest’anno.
“Nessun altro Stato membro ha richiesto né ricevuto niente che sia vicino a questo ammontare di flessibilità senza precedenti” è la premessa con cui inizia la missiva. “L’Italia ha chiesto una flessibilità significativa per il 2016. La Commissione ha valutato attentamente queste richieste alla luce delle regole del patto di stabilità e delle pratiche concordate”.
Per il 2016, si aggiunge, “raccomandiamo al collegio di assicurare pienamente la clausola per le riforme strutturali pari allo 0,5%, la clausola per gli investimenti pari allo 0,25% e uno 0,04% per l’aumento dei costi quest’anno relativi ai flussi di migranti e uno 0,06% per i costi straordinari direttamente legati alla situazione di sicurezza. Questo ammonta in tutto allo 0,85% del Pil”.
La concessione contiene anche un avvertimento al governo italiano: “la nostra valutazione attuale sugli sforzi fiscali previsti per il 2017 indica un gap stimato tra lo 0,15% e lo 0,2% del Pil, in base ai precisi parametri usati per il calcolo dell’output gap. Affrontare questo è essenziale per evitare una significativa deviazione e per soddisfare” gli impegni Ue.
“E’ cruciale per la Commissione Ue che l’Italia sia pronta ad agire per assicurare che il gap prospettato non si materializzi e che il bilancio nel 2017 sia almeno sostanzialmente in linea con quanto prevede il patto di stabilità”.
Il responsabile del Tesoro ha risposto ai due commissari rassicurandoli sul fatto che “una deviazione significativa sarà evitata” e ribadendo “l’impegno, compreso lo sforzo pianificato nel recente programma di stabilità che si rifletterà nella legge di stabilità, di rispettare sostanzialmente i parametri di bilancio nel 2017”.
Renzi esulta: “Quella sulla flessibilità è una battaglia vinta.l’Europa ci riconosce un ulteriore elemento di flessibilità. E’ ancora meno di quello che avrei voluto anche se è un accordo significativo e importante”.
Flessibilità, Europa ancora diffidente
Ma il difficile viene adesso. Nonostante l’Istat stimi una crescita del Pil dell’1,1%, il debito rimane ancora alto.
In un editoriale, l’Economist ha sottolineato come le paure dei partner europei sulla stabilità dell’Italia non siano scomparse.
“L’Europa – scrive il settimanale britannico – ha bisogno della spinta innovatrice dell’Italia, soprattutto in un momento in cui la Francia è distratta e la Gran Bretagna ha un piede fuori dall’Ue. Ma forse, il premier Renzi è salito al potere in un momento sbagliato: troppo presto con un’Europa consumata da una lotta senza fine e che non ha tempo per ascoltare proposte così ambiziose e troppo tardi con un’Italia ancora oberata da un pesante debito che difficilmente verrà estinto in breve tempo”.
Lo ha ricordato, non a caso, anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, in un’intervista a Repubblica: “Sono scettico verso chi pensa che il problema del debito si possa superare contraendo altri debiti, o che l’indebitamento sia la via giusta per favorire la crescita. A mio parere non c’è contrasto tra crescita e solidità dei bilanci. E sulla politica di bilancio a medio termine, l’Italia non è certo un modello, per l’Europa”.