Comunali Roma: la Raggi e il problema del mini-direttorio
Comunali Roma: se eletta, e solo nel caso di decisioni “giuridicamente complesse”, Virginia Raggi, candidata del Movimento 5 Stelle a sindaco di Roma dovrà consultarsi con un mini-direttorio composto dalla deputata Roberta Lombardi, dalla senatrice Paola Taverna, dall’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo e dal consigliere regionale del Lazio Gianluca Perilli. I nomi dello staff seguono la firma da parte della Raggi del «codice etico» in cui, oltre a 150mila euro di multa per chi dissente, si prevede la necessità di fare riferimento ai propri collaboratori per coordinare le decisioni.
Comunali Roma: la Raggi e il problema del mini-direttorio
Fa discutere, intanto, il ricorso in tribunale presentato dall’avvocato Venerando Monello che ha chiesto l’«ineleggibilità» della Raggi contestando, appunto, il «codice etico» apparso qualche giorno fa sul Blog di Beppe Grillo. Monello, pur premettendo di essere iscritto al Pd sin dal 2013, ha voluto sottolineare di aver chiesto un provvedimento che escluda la Raggi dalle corsa per il campidoglio “da privato cittadino e senza consultare alcun esponente del Partito Democratico”.
Secondo il legale “non si può violare la Costituzione”, inoltre, “la stessa Raggi non può essere privata dei propri diritti”. “La finalità del contratto – ha dichiarato Monello – non è solo quella di coordinare e gestire l’attività politica dei futuri amministratori eletti nelle liste del M5S, ma di coartare la volontà decisionale degli atti politici e amministrativi dei futuri eletti, attraverso l’imposizione di specifiche direttive in deroga al principio costituzionale di divieto di mandato imperativo“.