Aborto: i paesi dove non è permesso neanche alle vittime di stupro
Aborto: i paesi che lo vietano anche per le vittime di stupro
Recentemente le Nazioni Unite hanno definito la legge irlandese sull’interruzione di gravidanza come “crudele, degradante e inumana”. La Repubblica d’Irlanda vieta la pratica in qualsiasi circostanza: se una vittima di stupro o di incesto prova ad abortire rischia di finire in carcere per 14 anni. La legge è finita sotto i riflettori dopo il caso di Savita Halappanavar: una ragazza di origine indiana morta a causa del mancato intervento dei medici nel corso di un aborto spontaneo.
Aborto: i paesi che lo vietano anche per le vittime di stupro
In Europa, solo Città del Vaticano e Malta hanno leggi più severe di quella irlandese. Altri 4 paesi nel mondo vietano l’aborto in qualsiasi circostanza: Cile, Nicaragua, El Salvador e Repubblica Dominicana. Tutti i paesi mediorientali consentono l’aborto se la vita della madre è in pericolo ma solo 4 su 18 lo contemplano per le vittime di stupro o di incesto.
Particolare il caso degli Stati Uniti dove l’aborto è garantito a livello costituzionale ma spesso viene reso difficoltoso esponendo le donne a gravi rischi per la salute. Per esempio, in Texas, stato esteso quanto la Francia e con una popolazione maggiore dell’Australia, vi sono solo 10 cliniche in cui si pratica l’aborto e 5,4 milioni di donne in età fertile. Secondo uno studio risalente al 2011, il 38% delle donne americane abita in una contea sprovvista di cliniche che praticano l’aborto (nell’89% delle contee americane manca una clinica specializzata).