Ballottaggi, l’analisi SWG: voti giovani e di centrodestra a spingere il M5S
Ballottaggi, l’analisi SWG: voti giovani e di centrodestra a spingere il M5S
Annunciato il risultato di Virginia Raggi a Roma dopo gli endorsement ricevuti – più o meno velatamente – dai leader di centrodestra. Infatti, come emerge dall’analisi SWG, l’elettorato che al primo turno aveva indicato Giorgia Meloni e Alfio Marchini è confluito prevalentemente verso la pentastellata. Anche buona parte degli elettori di Fassina l’ha preferita al dem Roberto Giachetti.
Ballottaggi, l’analisi SWG: voti giovani e di centrodestra a spingere il M5S
A Milano, gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno deciso di confermare le attese e votare contro il Pd. Per il resto la lotta tra Parisi e Sala è stata sul filo del rasoio, visto che al ballottaggio la maggior parte degli elettori ha confermato la scelta fatta il 5 giugno. Il candidato di centrosinistra ha prevalso grazie al consenso pescato tra chi aveva “disperso” il proprio voto tra i tantissimi aspiranti alla carica di primo cittadino.
Come a Roma, anche a Torino, sulla sconfitta del candidato espressione del Pd ha pesato l’effetto anti-Renzi. Il centro-destra ha chiaramente scelto Chiara Appendino, anche la sinistra in prevalenza si è schierata contro il sindaco uscente.
A Bologna, invece, il sindaco uscente si è imposto. Per la riconferma, il candidato democratico Virginio Merola ha potuto contare su buona parte degli elettori felsinei che avevano scelto il 5 stelle Bugani al primo turno. D’altra parte, sotto le Torri sembra essere stato decisivo ciò che, invece, è mancato nelle altre piazze dove il partito di Renzi era in ballottaggio ossia il voto della sinistra. Dove l’alleato più “scontato” del Pd, naso turato o no, ha fatto lo sgambetto è andata male se non malissimo.
Lasciando da parte le appartenenze politiche emerse al primo turno, da SWG si è voluta analizzare l’identità del voto guardando alle macro-categorie in cui si divide generalmente l’elettorato. La Raggi e la Appendino sono state scelte soprattutto dai più giovani (under 45/35) che in generale si sono espressi contro il Pd anche a Bologna e Milano. I più anziani, invece, hanno preferito indicare i candidati democratici così come i più “benestanti” e meno precari, professionalmente parlando. Diametralmente, i disoccupati e i “meno abbienti” hanno votato contro il partito del premier, 5 stelle o meno.