Sorpresa! La crescita del PIL maggiore è al Sud!
Sorpresa! La crescita del PIL maggiore è al Sud!
Sembra sia in atto un cambiamento, potremmo quasi dire epocale, a vedere gli ultimi dati ISTAT che, cosa importante, si riferiscono a tutto il 2015, non a un fugace trimestre.
Non parliamo della crescita totale del PIL, che è stata dello 0,8%, comunque la metà di quella dell’Unione Europea, un quarto di quella della Spagna, ancora troppo timida.
No, è quella del Mezzogiorno che presenta le novità più rilevanti, perchè per la prima volta dopo moltissimo tempo sia la crescita del reddito che dell’occupazione non solo risulta esserci, ma è maggiore di quella del resto del Paese.
A fronte di una crescita del PIL del 0,8% e dell’occupazione del 0,6% al Sud il reddito cresce dell’1% e l’occupazione addirittura del 1,5%.
A crescere meno, dal punto di vista del PIL, è stato il Centro, solo del 0,2%, anche se vi è da dire che il Centro Italia è l’area che aveva sofferto meno la crisi.
Invece dal punto di vista occupazionale è il Nord Est quello che se al cava peggio, con una perdita del 0,5% dell’occupazione.
Il Nordest soffre più di altri anche perchè più di altri il suo tessuto protettivo dipende dall’industria, dalle costruzioni, dal lavoro autonomo, dalla piccola impresa che più di tutti ha sofferto a crisi.
Crescita del PIL, i divari maggiori nei settori produttivi. Boom dell’agricoltura al Sud
Le differenze tra le macro-aree sono notevoli, soprattutto dal lato dell’occupazione, ma ancora di più se parliamo di settori produttivi, industria, agricoltura, servizi, ecc
Il dato che più stupisce è la crescita del settore agricolo, che è stata del 3,8% a livello nazionale e addirittura del 7,3% al Sud. Subito dopo quella del 5,6% al Centro.
Certo, è un settore piccolo, molto sensibile a variazioni stagionali e contingenti, e con una grande importanza del lavoro nero. Le oscillazioni sono naturalmente più grandi, ma è significativo che questa volta siano positive, e per questi ordini di grandezza.
Anche dal punto di vista occupazionale crescono i posti per l’agricoltura al Sud, +3,3%.
Notevole anche il segno + davanti alle cifre sulla crescita del PIL nel commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni, 2,6%, 2,7% se parliamo di occupazione.
Il Mezzogiorno è anche l’unica area che vede progressi nel campo delle costruzioni, che nel resto d’Italia vede ancora solo il segno meno.
C’è debolezza però nei settori che più danno normalmente valore aggiunto: l’industria e i servizi.
Che crescono almeno dal punto di vista del PIL al Nord, anche se a livello occupazionale solo i servizi vedono crescite importanti.
La crescita del PIL di un anno non basta, c’è molto da recuperare, e la fiducia è in calo.
La speranza è che non sia solo un rimbalzo dovuto alla fine di una recessione molto peggiore al Mezzogiorno che nel resto d’Italia e d’Europa.
C’è molto da recuperare, il Sud ha avuto una perdita di occupazione molto superiore a quella del resto d’Italia durante la crisi economica dal 2009 in poi
E del resto in tutti i periodi di transizione economica il Sud ha avuto performances più oscillanti del Centro-Nord, è sempre andato peggio nei periodi negativi e meglio nei rimbalzi.
Che capiti anche questa volta?
Per il 2016 i risultati del referendum sulla Brexit e le tensioni sulla banche non promettono bene per la crescita del PIL, e del resto anche la fiducia, che era cresciuta a valori record, sembra avere ricominciato a calare, anche se rimane su livelli ben superiori a quelli di riferimento del 2010
Si nota meglio nella percezione del clima economico, del clima futuro, nonchè nei giudizi sulla situazione economica dell’Italia e sulle attese su questa, a giugno di nuovo girati in negativo.
Ci si aspetta anche più disoccupazione di prima, e meno possibilità di risparmio.
Certo, potrebbe anche essere un sintomo di un clima di maggiore sfiducia verso il governo, così come la crescita record si basava sulla speranza indotta di una ripresa economica robusta che non si è verificata.
Ma è anche la dimostrazione che navighiamo a vista, con sorprese continue, che qualche volta, però, possono non essere solamente negative.