Giunta Raggi, i veti del mini direttorio
Giunta Raggi, i veti del mini direttorio
Ancora una fumata nera per la nuova giunta del comune di Roma. Virginia Raggi deve sciogliere molti nodi e fugare più di qualche dubbio su recenti nomine che continuano a far discutere, e non rappresentano di sicuro quel segnale di discontinuità più volte invocato durante la campagna elettorale. In particolare è sotto la lente d’ingrandimento del mini-direttorio Cinquestelle, Raffaele Marra, già in Campidoglio come direttore delle Politiche abitative ai tempi dell’amministrazione Alemanno e collaboratore della Polverini alla Ragione Lazio, ora nominato vice capo gabinetto dalla sindaca pentastellata.
Giunta Raggi, il ruolo di Marra
L’incarico affidato a Marra ha rotto delicati equilibri interni al Movimento. Come riportato da la Repubblica la deputata grillina Roberta Lombardi, una dei componenti del mini-direttorio capitolino una sorta di struttura di supporto alla Raggi, ha criticato apertamente questa scelta. La Lombardi, sponsor di mister preferenze Marcello De Vito candidato a sindaco nella passata tronata elettorale vinta da Ignazio Marino, è già finita più volte in rotta di collisione con Alessandro Di Battista. Inoltre il dirottamento di De Vito alla presidenza dell’assemblea capitolina , per il quale la Lombardi immaginava un ruolo di maggiore responsabilità, non rasserena il clima interno al M5S. Sempre la Repubblica, a tal proposito, pubblica l’intenzione di trasformare l’incarico di Marra ad interim, un modo per calmare le acque da giorni molto agitate intorno a questa nomina.
La Lombardi, che dopo la mediazione con Di Battista per il posto di vice sindaco da assegnare a De Vito, ha incassato il no della neo sindaca, che in quel ruolo vedeva bene il suo braccio destro, Daniele Frongia, poi divenuto capo gabinetto con poteri dimezzati per via della legge Severino.
La Raggi, che i sondaggi indicano come detentrice delle speranze di miglioramento romane, rimane l’unica dei sindaci eletti il 19 giugno a non aver ancora varato la giunta. Sembra, dunque, avere le mani legate nella nomina dei componenti della squadra di governo, ed è sempre più imbrigliata nei veti incrociati che nascono nel mini-direttorio. Luigi Di Maio, candidato premier in pectore, appare serafico e strizza l’occhio alla nomina Laura Baldassarre, collaboratrice (in Unicef e al Garante dell’infanzia) di Vincenzo Spadafora che per Di Maio cura i rapporti istituzionali, come assessore al sociale.
Andrea Ficchì