Brexit: le contraddizioni del Regno Unito raccontate dallo sport
Brexit: le contraddizioni del Regno Unito raccontate dallo sport
L’ultimo voto sulla Brexit ha mostrato quanto importante sia precisare le diversità tra le “nazioni” britanniche. Detto ciò, una buona metafora per capirne l’entità, può essere il modo in cui ognuna di esse si rappresenta nello sport. Il Regno Unito, per esteso “Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord”, spesso viene per convenzione ma imprecisamente chiamato «Gran Bretagna» e in modo, invece, decisamente errato, «Inghilterra». Il primo termine è un’indicazione geografica per l’isola maggiore da cui è composto. Mentre il secondo è corretto solo se si parla di una delle 4 “Home Nations” in cui si suddivide, pur rimanendo uno stato unitario: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Brexit: le contraddizioni del Regno Unito raccontate dallo sport
I media britannici utilizzano il termine “Home Nations”, o “Home Countries”, riferendosi anche all’intera isola d’Irlanda (Repubblica d’Irlanda insieme all’Irlanda del Nord), soprattutto, in occasione di eventi riguardanti il rugby: nel caso della palla ovale, gli atleti di nazionalità nordirlandese possono essere convocati solo dalla nazionale della Repubblica d’Irlanda. La nazionale di Rugby del “trifoglio” è, dunque, “All-Ireland“. Caso diverso per quanto riguarda il calcio, sport in cui l’Irlanda del Nord si presenta con una nazionale propria anche se in alcuni casi i giocatori nordirlandesi preferiscono rappresentare la Repubblica d’Irlanda, per ragioni più storico-culturali che propriamente sportive.
Inghilterra, Scozia e Galles hanno nazionali di rugby e di calcio, solo per citare gli sport più noti, distinte l’una dall’altra. Bisogna precisare, però, che se UEFA e FIFA, le organizzazioni che regolano il calcio a livello europeo e mondiale, riconoscono questa divisione, stessa cosa non può dirsi per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO): per questo motivo, il Regno Unito può gareggiare al torneo di calcio delle Olimpiadi soltanto con una nazionale “unica”. L’ultima volta è successo ai giochi di Londra del 2012. Tuttavia, una società di calcio che ricade sotto l’egida della Federazione Gallese, che organizza il proprio campionato, può partecipare a quello organizzato dalla Lega inglese, è il caso dello Swansea City allenato da Francesco Guidolin ma anche del Cardiff City. Ma ci sono anche società inglesi che militano nel campionato scozzese, come il Berwick Rangers, o società nordirlandesi che militano in quello irlandese, il Derry City.
Un’evenienza che non riguarda solo le categorie inferiori. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, anche squadre di alto profilo come i Rangers e il Celtic di Glasgow, decisamente le più titolate della Scottish Premier League, hanno spesso manifestato l’intenzione di trasferirsi nel più blasonato (e redditizio) campionato inglese.
Ritornando al rugby, le Home Nations – a parte il caso nordirlandese (le squadre di club giocano nel semiprofessionistico All-Ireland League) – hanno tutte il rispettivo campionato per squadre di club (non totalmente professionistico). Nonostante ciò, le maggiori squadre professionistiche gallesi, scozzesi e irlandesi organizzano dei tornei stagionali interfederativi ai quali partecipano anche squadre italiane: infatti, le Zebre di Parma e la Benetton Treviso hanno deciso di partecipare al Pro 12 – una competizione equiparabile per livello agonistico a un campionato “nazionale” – e non al torneo organizzato dalla Federazione italiana di Rugby a 15.
Altro caso è quello del cricket dove la nazionale inglese rappresenta anche il Galles ma non la Scozia che partecipa alle competizioni con un propria selezione. D’altra parte, come per il rugby, l’hockey su prato, e la boxe (alle Olimpiadi), la Federazione Irlandese di Cricket ha giurisdizione anche sull’Irlanda del Nord (in entrambi i casi non viene usata la bandiera della Repubblica ma uno stemma appositamente creato). Simile il caso della pallacanestro dove la Gran Bretagna si presenta unita, anche se i cestisti nordirlandesi hanno libertà di scelta (possono optare per la selezione della Repubblica d’Irlanda). Detto ciò, al campionato di basket britannico partecipano roster di tutte le Home Nations ma essendo strutturato sul modello delle “franchigie” non figurano ancora team nordirlandesi per motivi inerenti al ridotto bacino di mercato.
In chiusura un’altra nota sul rugby. Le Olimpiadi di Rio vedranno svolgersi per la prima volta un torneo di Rugby a 7: a contendersi una medaglia ci sarà la nazionale della Gran Bretagna. In realtà le qualificazioni sono state vinte dall’Inghilterra, la federazione era d’accordo con quella scozzese e gallese per confluire in un’unica squadra al momento di partecipare ai Giochi Olimpici se almeno una delle tre avesse concluso positivamente la fase eliminatoria. Rimane, però, il caso dei giocatori nordirlandesi: quelli che vorrebbero fare parte del Team Gb hanno finora visto rifiutarsi il nullaosta dalla loro federazione di riferimento, quella della Repubblica d’Irlanda, nonostante il fatto che le regole del CIO – visto che hanno il passaporto britannico – gli permetterebbero di partecipare come atleti di Sua Maestà.