Intercettazioni su Berlusconi, il Senato non autorizza l’uso. Scambio di accuse PD-M5s
Intercettazioni su Berlusconi, il Senato non autorizza l’uso. Scambio di accuse PD-M5s
Il Senato, con voto segreto, non ha dato l’autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e le cosiddette ‘olgettine’. La Giunta per le immunità parlamentari aveva chiesto l’autorizzazione per tre delle 11 intercettazioni inviate dalla magistratura al Senato su istanza della Procura di Milano, che erano state effettuate in un’altra indagine con al centro una presunta truffa su finanziamenti pubblici, poi archiviata. I voti favorevoli sono stati 120, i contrari 130 e 8 gli astenuti.
Le telefonate tra Silvio Berlusconi e due delle cosiddette ‘olgettine’, Iris Berardi e Barbara Guerra, dopo il no del Senato all’autorizzazione, resteranno comunque agli atti del procedimento Ruby Ter ma potranno essere utilizzate dai pm come prove a carico soltanto nei confronti delle ragazze e non dell’ex premier. Per il gip Stefania Donadeo, che lo scorso ottobre aveva accolto la richiesta del procuratore aggiunto Pietro Forno e dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, le intercettazioni sarebbero state rilevanti nell’inchiesta sul reato di corruzione in atti giudiziari, perché dimostrerebbero le ‘trattative’ per elargire “alle due donne somme di denaro” e regalare immobili in cambio di una sorta di “lealtà processuale”.
Il risultato della votazione è stato seguito da uno scambio di accuse tra M5s e Pd. Subito il risultato della votazione, i senatori grillini hanno protestato tanto da costringere il presidente Pietro Grasso a sospendere la seduta. Il partito democratico ha invece accusato il M5s di aver votato in favore di Berlusconi grazie al voto segreto. Francesco Russo, segretario d’Aula a Palazzo Madama, ha parlato di “trucchi da prima repubblica” e sottolineato come “la somma dei voti espressi dal Partito Democratico (96) e dal Movimento 5 Stelle (24) è esattamente 120, il numero dei voti totali di chi si è espresso a favore della richiesta dei giudici di utilizzare le intercettazioni di Berlusconi”.
Intercettazioni, Zanda (PD): “il gruppo ha rispettato le decisioni della Giunta”
A stretto giro arriva la replica del M5s: “il Patto del Nazareno è risorto. Il Pd con il voto segreto salva Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza. Un modo subdolo, dando la colpa ad altri come già accaduto in altre occasioni, giocato sulla pelle della Giustizia, per provare ad assicurarsi anche un comportamento benevolo da parte dei berlusconiani e del loro potente sistema mediatico nel referendum costituzionale” – ha dichiarato Stefano Lucidi, capogruppo al Senato. Il capogruppo Pd Luigi Zanda ha confermato però che il partito ha rispettato quanto deciso dalla Giunta: “sono certo che il mio gruppo ha votato compattamente a favore della decisione della Giunta di concedere all’autorità giudiziaria l’uso delle intercettazioni di Silvio Berlusconi” e ha aggiunto: “sono molto meno certo che, nel voto segreto, ci sia stato lo stesso comportamento da parte di gruppi che pur avevano espresso, nel dibattito d’Aula, la stessa posizione. Siamo di fronte ad un episodio analogo a quello del 1993, quando la Lega salvò Bettino Craxi”.