Depenalizzazione cannabis: la proposta approda in Parlamento
Depenalizzazione cannabis: la proposta approda in Parlamento
Se ne parlava da decenni, in principio fu Marco Pannella. Ma la depenalizzazione della detenzione di droghe leggere (cannabis su tutte) non era mai approdata in Parlamento. Nell’anno della morte dell’indimenticato leader Radicale, finalmente la proposta arriva a Montecitorio.
Depenalizzazione cannabis: la proposta
Se il testo dovesse venire approvato, si potrà detenere fino a 5 grammi di cannabis per uso personale e ricreativo (no spaccio, che resta punito per legge). Nel privato domicilio, poi, la quantità di cannabis triplicherebbe, fino a 15 grammi. Su prescrizione medica, i limiti massimi aumenterebbero ulteriormente. Anche su altri punti la proposta di legge modifica il reato: sulla coltivazione (fino a 5 piante, in solitaria. Fino a 50 in collettivo con altri consumatori) e sulla vendita al dettaglio (ai negozi autorizzati dai Monopoli, che avranno anche ruolo di vigilanti). Ovviamente sarà vietato fumare cannabis in luoghi pubblici, sia aperti che chiusi, e dentro le automobili. Inoltre, a fine sociale, il 5% del ricavato sarà destinato al Fondo nazionale per la lotta alla droga.
Depenalizzazione cannabis: le opposizioni in campo
Il centro destra, come prevedibile, si oppone. Storicamente, nella seconda Repubblica, si è sempre schierato contro. Lo fa attraverso le armi parlamentari: 1700 emendamenti, buona parte di Area Popolare. Uno schieramento, quello del ‘no’, che trova comunque appoggi anche nel centro sinistra. Ma è dall’altra parte della Camera dei Deputati che ci si straccia le vesti. Parla Lupi, già Ministro della Repubblica, che ha definito la proposta “inutile e dannosa”. Gli fa eco la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: “noi diciamo no e questa deve essere l’occasione per mettere al centro dell’agenda italiana la lotta alle dipendenze: alcol, droga, gioco. Non possiamo parlare dei giovani e poi abbandonarli, alcol e droga sono una piaga in questo momento”.
Il fronte del ‘sì’ non è comunque esiguo, anzi: come l’altra barricata, è formata da una trasversalità particolare: esponenti del Pd, di Sinistra Ecologia e Libertà. Ma c’è anche il Movimento 5 Stelle e – udite udite – anche alcuni deputati di Forza Italia, Scelta Civica, Gal e Gruppo Misto. A guidare la proposta per depenalizzare la detenzione e la coltivazione della cannabis c’è un uomo forte di Ncd, Benedetto Della Vedova, che dice: “cosa sia ‘dannoso per la vita dei giovani’: lasciare le cose come stanno oggi (nessun controllo e monopolio criminale nel mercato della cannabis) oppure legalizzazione, controlli e soldi alla Stato anziché alle mafie? E il ministro Lorenzin sulla cannabis oggi dice che le dipendenze sono una piaga, anche alcool e tabacco. Va bene, ma, per capire: intende proibire birra e sigarette”. Poi attacca il collega di partito, Maurizio Lupi, dicendogli di preoccuparsi della politica estera, essendo sottosegretario alla Farnesina, e non di cannabis. Che sia un’ulteriore rottura in seno al centro destra?
Daniele Errera