Referendum Costituzionale: Calenda nuovo Premier se vince il No?
Referendum Costituzionale: Calenda nuovo Premier se vince il No?
Che il prossimo referemdum costituzionale rappresenti uno snodo cruciale per la politica italiana, oramai è ben chiaro a tutti. Il premier Matteo Renzi, che in un primo periodo ha puntato molto sul voto di ottobre, oggi sembra aver scelto un profilo molto più basso, lontano dai facili proclami.
Il suo intento è quello di convincere l’elettorato sulla reale bontà delle riforme messe in campo dal governo, allontanando i personalismi che hanno caratterizzato la prima fase della campagna elettorale. Un comportamento resosi necessario per evitare anche le divisioni interne al Pd, che potrebbero minare il risultato elettorale.
Referendum Costituzionale: Calenda per il dopo Renzi?
Dopo l’esito delle recenti elezioni amministrative e i risultati dei sondaggi di questi mesi, il Renzi non dorme sonni tranquilli. L’elettorato è diviso in tre grandi tronconi, quindi diventa difficile fare dei pronostici, con la partita che è davvero tutta aperta. Il premier, inoltre, ha ribadito la propria convinzione a rassegnare le dimissioni in caso di sconfitta, una scelta che lascia aperte numerose ipotesi.
Tra quelle più accreditate, come riportato dal Corriere della Sera, vi è la possibilità di un governo tecnico di un anno con a capo l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Arrivato a dirigere il Mise, dopo le dimissioni di Federica Guidi, si sta confermando come uno degli elementi di spicco di questo governo. Calenda, però almeno per il momento, respinge ogni ipotesi di questo genere e conferma la propria fiducia in Renzi e nel suo esecutivo.
Referendum Costituzionale: un boomerang per Renzi?
Come un boomerang, una volta lanciata la campagna elettorale per il referendum si sta ritorcendo contro il Premier.
Il Presidente del Consiglio ha perso quella spinta propulsiva e quel consenso che aveva nei primi mesi di governo, ed ora in caso di sconfitta si troverà di fronte ad un bivio: dimettersi o restare alla guida di un governo delegittimato dal risultato elettorale. Ecco perché assume grande rilievo il voto del prossimo autunno.