Referendum, Renzi: con il Si più risorse per poveri e pensioni
Referendum, Renzi: con il Si più risorse per poveri e pensioni
Siamo a Bosco Albergati, in provincia di Modena, in una delle storiche feste dell’Unità. Lo stesso luogo, da dove tre anni fa, per il premier era partita la candidatura alla guida del Partito Democratico. Dal palco, Matteo Renzi, questa volta lancia la campagna elettorale per il referendum costituzionale. Una sorta di anteprima estiva, in attesa del dibattito politico che ci aspetta prima del voto di novembre.
Il premier ammette che “personalizzare” il voto è stato un errore, e ribadisce l’importanza delle riforme per il Paese. Renzi va diritto per la sua strada: “fuori dal Pd non c’è il socialismo rivoluzionario ma c’è la destra e il M5S. Se qualcuno pensa di essere contagiato dalla sindrome di Bertinotti, per la quale chiede sempre di più, per poi non ottenere nulla e perdere anche quello che aveva prima, voglio far sapere che noi dalla sindrome Bertinotti siamo immuni”.
Referendum, Renzi: con il Si più risorse per poveri e pensioni
Poi il premier lancia un ulteriore stoccata alla minoranza Dem: “noi abbiamo a cuore l’Italia e non le correnti interne. Basta con la rissa, con la rissa perde l’Italia”. A loro ricorda che il congresso per cambiare il segretario del Pd si svolge ogni 4 anni. Intanto, gli esponenti della minoranza, continuano a far sapere, che qualora le cose restino immutate, al referendum sosterranno le ragioni del No. Quindi Renzi sottolinea: “se passa il Si, i 500 milioni risparmiati andranno ai concittadini che non ce la fanno” ed annuncia anche risorse maggiori per le pensioni.
Dichiarazioni arrivate a poche ore di distanza da quelle del Ministro per le riforme Maria Elena Boschi secondo cui coloro che propongono il No al referendum costituzionale non rispettano il lavoro fatto in Parlamento. “Sono la prima a riconoscere che questa riforma non è perfetta – ha detto il ministro – ma mi rincuora il fatto che anche quando venne approvata la costituzione italiana del 1948 non mancarono le voci critiche”. Ed inoltre ribadisce, ancora una volta, che non si tratta di un voto sull’operato del governo ma di un voto per la democrazia e per le prossime generazioni del nostro Paese.
Giacomo Tortoriello