Referendum, replica M5S a Renzi: fa propaganda sui più poveri
Referendum, replica M5S a Renzi: fa propaganda sui più poveri
Continuano le polemiche relative al referendum costituzionale, ieri abbiamo parlato delle dichiarazioni fatte da Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Bosco Albergati, nel modenese. Il premier, davanti ai militanti del Partito Democratico ha prima attaccato la minoranza Dem e poi dichiarato che, qualora vinca il Si al referendum, i 500 milioni di euro risparmiati saranno destinati per i più poveri e per un fondo sulle pensioni.
Referendum, replica M5S a Renzi: fa propaganda sui più poveri
Ovviamente non si è fatta attendere la replica delle opposizioni. A partire dalla delegazione parlamentare del Movimento 5 Stelle che, dal blog di Beppe Grillo, ha risposto: “questo Paese ha un premier senza vergogna che fa propaganda sulla pelle dei poveri”. Inoltre – hanno poi spiegato sempre i parlamentari del M5S – Renzi spara una cifra a caso visto che l’unico risparmio potrebbe essere di 50 milioni all’anno.
Questo poiché – stando sempre a quanto scrivono i 5 stelle – il Senato resterà così com’è con tutti i costi, l’unica riduzione potrebbe essere sullo stipendio di circa 200 Senatori, con un risparmio non di 500 milioni ma bensì di circa 50 milioni di euro.
Dello stesso avviso è Giorgia Meloni. La leader di Fratelli D’Italia spiega come i 500 milioni di risparmio annunciati da Renzi sono meno dello 0,1% dell’attuale spesa pubblica. E inoltre sottolinea: “se a Renzi servono 500 milioni per i poveri li prenda dai miliardi che regala ai suoi amici delle banche”. Critiche anche da Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, che sottolinea come per fare un’assembla costituente ci sia bisogno di un’ampia maggioranza. E poi aggiunge:” non penso che Renzi possa dare il via libera ad una legge costituzionale che contraddice la sua riforma. Sarebbe tafazismo puro”.
Attacchi all’esecutivo anche dalla senatrice di Sinistra italiana, Loredana De Petris, secondo cui questa riforma è pessima, ed è passata grazie al premio di maggioranza dell’incostituzionale Porcellum e ai voti di alcuni senatori del gruppo di Verdini. Pioggia di critiche all’operato del premier, già alle prese con la minoranza Dem, che almeno per il momento, conferma il suo No alla riforma. Il voto di novembre sta sempre più diventando uno snodo cruciale per la politica italiana.
Giacomo Tortoriello