Burqini proibito? Aumentano le vendite
Burqini proibito? Aumentano le vendite
La stilista australiano-libanese Aheda Zanetti piange con un occhio solo, anzi non piange proprio, per la bufera che ha scatenato la sua creazione più famosa, il burqini. Infatti, le vendite hanno subito un incremento rilevante, nonostante il costume da bagno, ideato un decennio fa circa, che si vorrebbe modellato sulle fattezze del burqa – in realtà, il “tormentato” capo d’abbigliamento indossato da molte donne musulmane copre interamente il volto – sia stato recentemente proibito in una quindicina di città del Sud della Francia. Quando vale il detto: se ne parli bene o se ne parli male, basta che se ne parli.
Burqini proibito? Aumentano le vendite
Raggiunta da Agence France Press, la Zanetti ha descritto come “frenetico” il ritmo delle vendite successivo al bando: “domenica abbiamo ricevuto 60 ordini – nello stesso giorno, al massimo, ne arrivavano 10-12 – provenivano tutti da clienti non musulmani”.
Perché, riferisce sempre la Zanetti, sì, il burqini viene acquistato da donne musulmane che vogliono replicare il proprio abbigliamento quotidiano anche in spiaggia ma anche da tantissime clienti animate da motivi tutt’altro che religiosi, per esempio precisa la stilista, da quelle con problematiche al corpo come le sopravvissute al cancro.
Dal 2008, riferisce il Washington Post, si stima siano stati venduti circa 700mila esemplari di burqini.