Muraro, Raggi e direttorio M5S: chi mente?
Diffidenza. E’ questa l’aria che si respira all’interno del M5S capitolino dopo le dichiarazioni rese ieri da Virginia Raggi e dall’assessora Paola Muraro davanti alla commissione parlamentare sulle Ecomafie. “Appena l’avvocato della Muraro ci ha informati – spiega il sindaco di Roma – ho avvertito il mio capo di gabinetto Raineri e i vertici del Movimento, ma non Luigi Di Maio e Beppe Grillo, assieme abbiamo valutato che senza contestazioni specifiche non c’erano provvedimenti da prendere. Tra i parlamentari avvisati ci sono, Paola Taverna, Stefano Vignaroli, un eurodeputato e un consigliere regionale”.
La ricostruzione della sindaco stride però con le parole rilasciate in un’intervista al Corriere della Sera dall’ex capo di Gabinetto, Carla Raineri. “Nessuno mi ha mai mostrato quel 335 (la richiesta della Procura). Ricordo invece bene che, presenti Raggi-Muraro-Minenna-Frongia e altre persone, a fronte dell’assessore Muraro che insisteva per portare al pm i suoi documenti e per sollecitare l’archiviazione, io dissi: a Milano non si usa farlo, e trovo inopportuno interferire con il lavoro dei pm”.
Il M5S sapeva?
Eppure i punti oscuri della vicenda non finiscono qui. Virginia Raggi ha detto di aver informato il mini direttorio a non Di Maio e Grillo. Eppure, rivela il Corriere della Sera, pare impossibile che i vertici pentastellati non sapessero.
Il 2 agosto viene organizzata una cena. Raggi viene accompagnata dal suo vice Frongia. Per il Movimento ci sono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Il caso Muraro è l’argomento che monopolizza l’attenzione di tutti. Il 4 agosto il direttorio e Grillo lanciano un hashtag e un post sul blog ‘per difendere il sindaco di Roma da retroscena e notizie false sui rapporti con Virginia e assessori nel tentativo di screditare l’operato del sindaco e nella speranza (vana) di spaccarci”. Il titolo scelto per fare squadra è eloquente: Siamo tutti con Virginia. Difficile credere che non fossero tutti d’accordo.
Raggi e quella mail inviata a Di Maio
Tutti mentono dunque? E’ probabile di sì. Huffingont Post riporta un’indiscrezione che se confermata danneggerebbe il leader in pectore del M5S: Luigi Di Maio.
L’Armageddon dei 5 Stelle, almeno a Roma, è rappresentato da una mail che sarebbe stata ricevuta da Luigi Di Maio in cui il mini direttorio – Paola Taverna, Gianluca Perilli, Massimo Castaldo e Stefano Vignaroli – lo informava che l’assessore all’Ambiente Paola Muraro era iscritta nel registro degli indagati e che l’intenzione del Campidoglio guidato da Virginia Raggi era quello di attendere le carte e “poi prenderemo provvedimenti”. Mail che rappresenterebbe la prova che anche Luigi Di Maio era a conoscenza, da tempo, dei guai giudiziari dell’assessore capitolino, comunicati alla diretta interessata il 18 luglio e appresi dalla sindaca il giorno successivo
Insomma, in questo dedalo di reticenze e omissioni gli unici che rischiano di rimetterci, ancora una volta, sono i romani.