Luigi Di Maio è un analfabeta funzionale?
“Scusate, ho letto quella mail ma ho capito male”. E’ questa la giustificazione rilasciata a La Stampa da Luigi Di Maio, finito al centro delle polemiche per non aver avvisato subito il direttorio M5S dell’indagine in cui è coinvolta l’assessora capitolina Muraro.
La dichiarazione rilasciata dal vicepresidente della Camera non è però bastata ad attenuare le critiche nei suoi confronti. Militanti, ma soprattutto detrattori, hanno cominciato ad affibbiare a Di Maio l’etichetta di “analfabeta funzionale“. Ovvero una persona incapace di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.
Difficile credere o pensare che il vice presidente della Camera sia un analfabeta funzionale. E’ più facile ipotizzare che la sua sia stata una dimenticanza poco calcolata. Eppure se anche lo fosse, Di Maio sarebbe in buona compagnia. L’Italia infatti detiene il triste primato di analfabeti funzionali.
Secondo una ricerca Ocse del 2015, il “47% degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di trarre solo una comprensione basilare. In altre parole soffre di analfabetismo funzionale”.