M5S, Palermo e quella spaccatura interna al direttorio
M5S, Palermo e quella spaccatura interna al direttorio
L’obiettivo di Italia 5 Stelle, la kermesse di due giorni organizzata a Palermo in vista delle regionali del prossimo anno, doveva essere quello di “fare squadra”. Riunirsi tutti assieme e recuperare un po’ di spirito “movimentista” di fronte ai propri elettori, così da ripartire uniti verso i prossimi mesi che vedranno il Movimento 5 Stelle impegnato in battaglie molto impegnative, a partire dal referendum del prossimo autunno. Lo hanno ripetuto da palco tutti i big grillini. A partire dallo stesso Beppe Grillo, passando per Davide Casaleggio (“solo uniti realizzeremo il sogno di mio padre”) fino al Sindaco di Roma, Virginia Raggi, che sulla propria pelle ha vissuto le faide e i rancori interni delle “correnti” a 5 stelle. “Ci dipingono divisi ma siamo più uniti che mai” ha detto il primo cittadino della Capitale dal palco di Palermo dopo aver incontrato nella mattinata di ieri i due “capi” del Movimento, ovvero Grillo e Casaleggio. Eppure, oltre la narrazione ufficiale, si capisce subito come l’invito a “fare gruppo” sia ormai diventata una maschera per nascondere dissidi, ritorsioni e smanie di protagonismo all’interno del Movimento.
Italia 5 Stelle, la lite sulla scaletta
Basti pensare alla scaletta degli interventi che è stata motivo di discussioni molto accese tra i militanti. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista avrebbero dovuto chiudere la kermesse prima del figlio di Casaleggio e di Grillo, eppure le proteste di parlamentari e attivisti grillini, come raccontava ieri il Fatto Quotidiano, hanno fatto cambiare idea al fondatore. I due giovani membri del direttorio hanno parlato sabato e la scaletta dei due giorni è stata pubblicata sul blog non in ordine di intervento ma in ordine alfabetico. Un altro sintomo della spaccatura forte tra i due leader in pectore e il resto del Movimento. L’unità tanto celebrata dai big grillini non viene smentita platealmente solo dai retroscena o dalle veline a mezzo stampa: alcuni parlamentari ortodossi ne parlano pubblicamente anche con interviste sui giornali che non piaceranno di certo ai militanti che in questo momento chiedono solo di andare tutti insieme.
Lombardi e il direttorio: “Di Maio e Di Battista non hanno ruolo politico”
La prima ad intervenire è Roberta Lombardi, organizzatrice di Italia 5 Stelle ed ex membro del direttorio romano (poi sciolto nelle scorse settimane). I suoi rapporti con Virginia Raggi sono sempre più freddi, ancora di più dopo la scelta del primo cittadino di non allontanare definitivamente dal Campidoglio quel Raffaele Marra tanto inviso ai big del Movimento. “A Roma c’è il Movimento 5 Stelle e c’è il sindaco di Roma, sono su due strade diverse – dice Lombardi al Corriere della Sera–. Per ora procedono su binari paralleli: speriamo che prima o poi le due strade si incontrino e finiscano per coincidere”. Ma il suo bersaglio non è tanto il Sindaco della Capitale, quanto i due giovani leader in pectore, Di Maio e Di Battista. “C’è un prima e un dopo – continua Lombardi –. Ci sono quelli che sono arrivati prima del 2012: io, Carla Ruocco, Roberto Fico e Paola Taverna. E ci sono quelli arrivati dopo che hanno fatto prevalere la comunicazione sulla sostanza”. Poi, con la franchezza che la contraddistingue, fa nomi e cognomi: “Di Maio e Di Battista, sono bravi a comunicare ed è giusto che vadano in tv. Ma non hanno un ruolo politico”. Bum!
Chi pensa di dividerci non ha capito nulla del M5S.Noi siamo uniti più che mai. Siamo una famiglia, comunità, siamo cittadini!#Italia5Stelle pic.twitter.com/tmyT4kqSet
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) September 25, 2016
La spaccatura del direttorio: Di Maio-Di Battista e Ruocco-Fico-Sibilia
Sembrano condividere il pensiero di Roberta Lombardi, altri due membri del direttorio pentastellato, Roberto Fico e Carla Ruocco (secondo i giornali Carlo Sibilia è sulla stessa linea). Il primo è rimasto scottato dal caso Quarto; Ruocco invece, secondo Repubblica, non ha gradito la gestione della Raggi del caso Raineri che, a ruota, ha portato con sé le dimissioni del suo fedelissimo Marcello Minenna. Il Presidente di Vigilanza Rai ha parlato di “leaderismo e vippaggine inutile” auspicando quel “ritorno all’orizzontalità” che ha contraddistinto il Movimento 5 Stelle negli ultimi anni. La parlamentare napoletana, invece, in un’intervista a La Stampa sottolinea che un certo tipo di comunicazione “rischia di travolgere i principi di trasparenza e di lealtà, che devono essere il nostro faro”. Poi, definisce Di Maio e Di Battista come “dei semplici compagni di viaggio” e invita Virginia Raggi ad “assumersi le sue responsabilità” perché è lei il Sindaco di Roma. Freddezza, attriti e una spaccatura interna difficile da ricomporre.