Ungheria, Orban: dopo il referendum, riforma costituzionale
Ungheria, Orban: dopo il referendum, riforma costituzionale. Dopo i risultati del referendum in Ungheria sulle quote UE (vittoria schiacciante del “no” ma con quorum non raggiunto) il presidente Orban torna alla carica, pronto a far valere “la volontà popolare espressa attraverso referendum”.
Ungheria, Orban: riforma costituzionale per legislare autonomamente su accoglienza
La proposta di Orban è di riformare la costituzione per affermare la competenza esclusiva dello Stato sulle quote di accoglienza e sulla valutazione di caso per caso delle richieste di asilo. Viktor Orban aveva già assicurato che, indipendentemente dal raggiungimento del quorum, ci sarebbero state delle conseguenze. Dopo nemmeno una settimana dalla celebrazione del referendum, il presidente ungherese è già pronto a riprendere la sua “marcia del dissenso” contro le istituzioni comunitarie. La volontà di Orban è chiarissima e utilizza tutti i mezzi a propria disposizione per vincere la sua battaglia contro le politiche europee di asilo. Le destre nazionaliste e reazionarie rimane alla porta, in attesa di ulteriori sviluppi.
Che futuro per UE e politica comune in materia di asilo?
Se il Brexit ha rappresentato il primo grande colpo inferto alla stabilità dell’ Unione, una eventuale “vittoria” di Orban segnalerebbe la via a future defezioni circa la politica comune d’ asilo. In realtà, il dissenso ungherese non dovrebbe portare a una crisi identitaria dell’ Unione: la politica di frontiera dell’ UE, per quanto concerne le frontiere esterne, è sempre stata molto rigida e, anche per questo, tenuta “lontana” dai riflettori dell’ opinione pubblica europea. La defezione di Orban non dovrebbe pesare più di tanto sulla struttura dell’ Unione. Il dibattito etico e morale potrebbe aprire a nuovi sviluppi, nella ricerca di un nuovo equilibrio. Fin qui, sembra che la leadership tedesca possa rimanere intatta. D’ altro canto, tale azione politica potrebbe essere vista come l’ ennesimo colpo sferrato alla legittimità delle istituzioni comunitarie. Ciò significa che una riforma della politica comune in materia d’ asilo potrebbe essere il “banco di prova” della Germania e dei sostenitori dell’ attuale Unione Europea. Il raggiungimento di una intesa a livello comunitario potrebbe addirittura favorire (in fin dei conti) un rafforzamento della leaedrship di Angela Merkel. In caso contrario, le destre nazionaliste si gioverebbero dell’ incapacità di far fronte comune a una questione storicamente spinosa. Il futuro dell’ Unione, adesso, passa per Viktor Orban: strenuo sostenitore di una volontà popolare schiacciante, ma senza quorum.