Natalità in Italia, è crollo nella prima parte del 2016, cosa sta succedendo?
Natalità in Italia, è crollo nella prima parte del 2016, cosa sta succedendo?
Il 2015 si era chiuso con l’allarme – demografia. Era stato il primo anno dopo molto tempo in cui il bilancio demografico italiano era peggiorato, con una diminuzione del numero di abitanti per la prima volta dalle guerre mondiali.
Non era bastato l’afflusso di immigrati, in ogni caso diminuito, e la fertilità delle donne straniere è del resto cala ta come quella delle italiane. In più vi è stato un atipico aumento della mortalità soprattutto tra le persone molto anziane, dopo gli 85 anni.
Il 2016 pare destinato a ripetere i dati del 2015, anche se con caratteristiche ancora diverse.
I primi 6 mesi mettono in luce un ulteriore calo dei nati, forse inaspettato dopo che nel 2015 si pensava si fosse toccato il fondo.
Natalità in Italia, una media di 3 mila nati in meno al mese
I dati parlano chiaro: con l’esclusione del mese di febbraio, che però è stato più lungo di un giorno nel 2016, nel 2015 ogni mese vi è stato un calo delle nascite sul corrispondente periodo dell’anno precedente.
Se a gennaio vi è stato un calo di 3200 unità e a febbraio invece un aumento di 1000, a marzo il decremento è ripreso con 1400 nati in meno, ad aprile i nati sono diminuiti addirittura di 5400, a maggio e a giugno di 2800.
Con l’eccezione di febbraio che ha beneficiato dell’anno bisestile il decremento delle nascite è un dato costante. Anche il 2016 assisteremo a una diminuzione della popolazione? Vedremo come saranno conteggiati gli immigrati giunti sulle nostre coste nel 2015 e nel 2016, ma tutto lascia pensare di sì.
Natalità in Italia, e però anche i morti scendono, ma non basta
C’è una novità per il 2016, tuttavia. A differenza del 2015, anche i morti stanno scendendo. Molto probabilmente si tratta dell’effetto della scomparsa di molti grandi anziani ne 2015, che sarebbero stati destinati a morire nel 2016 in molti casi. Di fato questa anticipazione del trapasso di molte persone ha lasciato meno spazio alle morti del 2016.
Il divario maggiore è stato a gennaio, con quasi 10 mila morti meno, per poi diminuire man mano fino ad annullarsi a maggio, quando sono morte circa 2 mila persone in più che nel 2015. A giugno di nuovo compare una differenza a vantaggio del 2015, ma la sensazione è che questa vada rimpicciolendosi, soprattutto per quei mesi che non avevano visto nel 2015 una grande quantità di morti, quelli primaverili o autunnali.
Infatti da aprile in poi il calo di nascite fa sentire il suo peso: la differenza tra nati e morti non riesce più a beneficiare del calo della mortalità e il saldo naturale, che è sempre negativo, certo, come ormai negli ultimi anni, ma quest’anno da aprile lo è di più. Mentre a febbraio vi è stata una differenza di 7 mila abitanti a favore del 2016, a maggio il saldo di quest’anno risultava più negativo di quello del 2015 di 4600 persone. E di 1500 agiugno
Attenzione, stiamo parlando sempre di un peggioramento rispetto ai dati già pessimi del 2015.
Se non vi fosse stato il recupero parziale dal lato della mortalità, con meno decessi nel 2016, i dati sarebbero anche peggiori.
E d’altronde il miglioramento della mortalità è un recupero che si verificherà con tutta probabiltà solo nel 2016, ma probabilmente già nel 2017 riprenderà ad aumentare, del resto la generazione tra gli 80 e i 90 anni è quella nata in un periodo di aumento demografico, tra gli anni ’20 e ’30, mentre quella delle donne tra 28 e 38 anni, l’età a cui oggi si partorisce, è quella nata negli anni ’80, quando le nascite calavano.
Insomma, sta morendo una generazione numerosa, e le mamme disponibili per avere figli sono numericamente sempre meno, a prescindere dalle considerazioni sulla loro fertilità.
E’ difficile immaginare una diminuzione della mortalità gli anni a venire, la vita media aumenta (con l’eccezione del 2015), ma lentamente. L’unica strada per sperare di tornare ad avere un saldo naturale positivo, cosa che appare quasi un’utopia, è una ripresa di nascite che riesca a sopperire anche al calo del numero di donne in età fertile, altro vero problema degli ultimi tempi e normale conseguenza di un calo demografico così lungo.
Potrebbe essere forse la volta buona dal 2020 in poi quando le donne nate dal 1995 in poi, quando è cominciato un recupero della fertilità durato fino al 2008, avranno 25 anni e cominceranno ad avere figli. Molte di queste sono straniere, e quindi si aggiunge l’incognita sull’adeguamento degli stranieri alle abitudini riproduttive degli italiani, adeguamento che appare molto rapido.