Legge di Bilancio: in arrivo la lettera di richiamo firmata dalla Commissione
Legge di Bilancio: in arrivo la lettera di richiamo firmata dalla Commissione
A Roma la attendono entro la giornata odierna, al massimo entro la prima mattina di domani. La lettera di richiamo, firmata dalla Commissione europea inerente la Legge di Bilancio per il 2017, presentata dal Governo italiano a Bruxelles sotto forma di Disegno di legge unitamente all’allegato Documento programmatico di Finanza e Budget qualche giorno or sono, ha completato il suo iter di preparazione. I dubbi delle cancellerie comunitarie sono principalmente quelli legati ai piani di spesa (dei 26,3 miliardi della manovra più di 12 saranno finanziati in deficit), dunque alle coperture una tantum e al piano triennale 2017-2019 del deficit strutturale previsto da palazzo Chigi. La missiva si inserisce nell’ottica del rispetto dei trattati di Stabilità e crescita e dei margini di flessibilità richiesti dagli Stati membri per dar nuova linfa alla ripresa.
Legge di Bilancio: in arrivo la lettera di richiamo firmata dalla Commissione
Secondo le normative europee, la Commissione, valutate le bozze dei disegni di legge entro la metà di ottobre, ha due settimane di tempo per accettarne le peculiarità stabilendo, nel caso di idiosincrasie e dubbi, un “dialogo costruttivo” con i Parlamenti dei Paesi al fine di correggere e rendere il testo uniforme ai trattati ed alle legislazioni vigenti. La Legge di Bilancio italiana non sarà l’unica a finire sotto la lente d’ingrandimento dei commissari. Almeno altre quattro nazioni, Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse Francia e Olanda, stanno in queste ore aspettando i medesimi appunti. I principali gangli di conflitto tra Roma e Bruxelles riguardano lo sforamento del tetto inerente il deficit strutturale, previsto dall’Italia al 2,3 per cento del Pil per l’anno 2017 in crescita dello 0,1 per cento rispetto a quanto pattuito in precedenza, con la contemporanea discesa del debito pubblico da 132,8 a 132,6 per cento. Inoltre, seguendo le preoccupazioni comunitarie, l’eccessivo ricorso alle cosiddette misure una tantum, non consente una pianificazione economica stabile in virtù del loro effetto limitato nel tempo.
Lo scorso anno l’Ue ha concesso all’Italia 19 miliardi di flessibilità, tuttavia il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervistato ieri su Rai Tre, ha tenuto a smorzare i toni della polemica definendo la lettera di richiamo quale “fisiologica”. Il premier ha inoltre chiesto il supporto delle istituzioni europee con l’intento di superare le logiche del Fiscal Compact. Normativa, quest’ultima, che prevede una nuova discussione comunitaria nel 2017. Morale della favola: il confronto circa la legge di Bilancio si preannuncia delicato e non di breve risoluzione, considerato anche il cammino parlamentare che il capitolato dovrà affrontare nel prossimo futuro. Contestualmente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in una intervista che fonti interne affermano non essere stata molto apprezzata dai palazzi continentali, rilasciata a Repubblica, si è detto fiducioso sul prosieguo delle trattative prospettando però un bivio politico netto: “L’Europa deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3 per cento del Pil per far fronte all’emergenza terremoto e a quella dei migranti. Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri, e che va rigettata. Ma così sarebbe l’inizio della fine”.
Riccardo Piazza