Turchia: arrestati 12 esponenti del partito curdo. Erdogan preoccupa la comunità internazionale
Turchia: arrestati 12 esponenti del partito filo-curdo. Erdogan preoccupa la comunità internazionale
Poco tempo fa, Erdogan aveva assicurato che avrebbe sferrato un’offensiva contro la popolazione curda. Minacce assolutamente inaccettabili e condannate dal gotha della politica mondiale. Ciò nonostante, tranne per qualche avvisaglia, Erdogan è rimasto al suo posto. La deriva autoritaria presa dal Paese si riflette nell’ ultima grande offensiva contro la minoranza curda. 12 esponenti dell’HDP (partito filocurdo) sono stati arrestati quasi simultaneamente con capi d’imputazione legati al terrorismo del PKK. Con questa mossa, Erdogan cerca di debilitare l’importante minoranza curda. Le proteste non si sono fatte attendere.
Turchia: proteste in piazza contro persecuzione giudiziaria
Dopo i rocamboleschi avvenimenti del presunto golpe di qualche mese fa, Erdogan ha riformato le istituzioni. Alcuni lo definiscono un vero e proprio ‘golpe civile’. L’azione più impattante, forse, è legata all’allontanamento in tronco di migliaia di professori, “rei” (secondo il Presidente) di sostenere la rivoluzione. Nonostante le dichiarazioni di estraneità e imparzialità, decine di migliaia di insegnanti sono decaduti. Pochi giorni dopo, dichiarava l’offensiva contro la minoranza curda, “responsabile del tentativo di golpe”. Nella notte, arrivano gli arresti di alcuni dei massimi esponenti del partito filo-curdo. Nella giornata odierna, si sono sollevate proteste contro il governo di Erdogan.
Autobomba nei pressi di uffici antiterrorismo provoca 8 morti e oltre 100 feriti
Tra le reazioni della giornata odierna vi è anche l’attacco alla sede dell’antiterrorismo a Diyarbakir, città a maggioranza curda. L’esplosione ha provocato la morte di 8 persone (di cui 6 civili) e oltre 100 feriti. La deflagrazione di Diyarbakir è stata, per ora, la reazione più violenta agli arresti della nottata. In ogni caso, ancora è da stabilire la matrice dell’attentato.
Erdogan sfida le istituzioni e la Comunità internazionale
Immediate le reazioni degli alti esponenti politici, europei e mondiali. La Mogherini si dice “profondamente preoccupata”. Anche gli USA – attraverso Malinowsky – si professano per lo meno turbati dagli arresti della nottata. La reazione di Ankara, però, è ferma: “accuse inaccettabili.” Il braccio di ferro tra la Turchia e il resto delle potenze occidentali, continua. L’ambiguità delle relazioni internazionali e l’incapacità di far fronte a una tale minaccia alla democrazia,pone in essere le falle in termini di politica estera dell’Unione.