Spagna: Rajoy opta per un governo di continuità e di fedelissimi
Spagna: Rajoy si accerchia dei fedelissimi per un governo di continuità
Giovedì, di ritorno dal ponte di inizio novembre, Rajoy ha formalizzato la sua squadra di Ministri. Molte conferme (oltre la metà dei ministeri) e alcune new entry. Tutti i volti nuovi sono riconducibili alla “cerchia ristretta” dei fedelissimi di Rajoy. Sono piovute forti critiche da tutte le altre formazioni politiche. Lo stesso Ciudadanos definisce l’attuale governo come “continuista”, conservatore. Il leader della formazione alleata del PP, Albert Rivera, afferma che “Rajoy ha pensato più a se stesso che al Paese”. Dalla formazione di Pablo Iglesias (Podemos) arriva la lapidaria sentenza “nulla di nuovo sotto al sole”.
Spagna, le conferme e le novità
I due dicasteri più rilevanti – ministero dell’economia e ministero delle finanze (Hacienda) – sono stati pienamente riconfermati. Rajoy ha puntato molte delle sue fiches sulla ripresa economica. Ciò nonostante, è risaputo che la relazione tra il ministro delle finanze, Montoro, e il ministro d’economia, Guindos, non sono idilliaci. “Il problema del bicefalismo di due dicasteri strettamente relazionati doveva essere risolto”, assicurano i socialisti. Confermata alla vice-presidenza Soraya Sánchez de Santamaría, la quale si occuperà delle relazioni con Cataluña. A cambio, perde l’incarico di portavoce del governo. Al suo posto ci sarà Íñigo Méndez de Vigo, riconfermato anche come ministro per l’educazione, sport e cultura (MECD). Tra gli illustri decaduti, il ministro degli interni Díaz e il ministro degli esteri, l’esperto Margallo. La maggior sorpresa deriva dalla nomina di María Dolores de Cospedal – segretaria del PP – come nuova ministra di difesa.
Spagna: un governo di continuità che limita l’azione legislativa?
Il maggior pericolo derivato dalla linea conservatrice di Rajoy è la difficoltà nel dialogare con le opposizioni. In un governo di minoranza, Rajoy e i popolari dovranno sempre cercare un accordo con le altre forze politiche dell’emiciclo. Nonostante le dichiarazioni di rito, Rajoy avrebbe potuto fare effettivamente molto di più per propiziare il dialogo. L’esecutivo “Rajoy II” avrà vita difficile, forse più di qualsiasi altro governo della storia democratica spagnola.