Referendum costituzionale, che cosa dicono gli ultimi sondaggi
Il ciclone Donald Trump potrebbe avere delle forti ripercussioni anche sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. A meno di 25 giorni dal voto, la situazione descritta dalla maggior parte dei sondaggi vede in testa il fronte del No.
I contrari alla riforma della Costituzione sono per lo più localizzati nel Sud Italia, con la Sicilia a tirare la volata al No. Nella regione insulare il Sì è dato indietro di oltre dieci punti, afferma in un colloquio con la Stampa, Fausto Raciti, segretario regionale del Pd siciliano.
Referendum costituzionale, orientamento del voto
Al Nord invece i Sì sarebbero in vantaggio. Come mai questa discrepanza? Il primo è tecnico. Al Sud ci sono molti problemi di infrastrutture e di finanza pubblica. Il secondo è territoriale: “I sondaggi ci dicono che il sì è particolarmente forte nel nord-ovest ed è ampiamente in partita anche nel nord e centro Italia: sono le aree del paese dove storicamente si vota di più, questo è certo un buon viatico per il referendum del 4 dicembre” spiega il senatore Pd Andrea Marcucci.
E le percentuali quali sono? Scrive La Stampa:
Nella sede del Comitato del Sì a Santi Apostoli analizzano i sondaggi comparati di vari istituti secondo cui «nel nord ovest è in testa il Sì, nel nord est avanti il no con una percentuale del 2-3%, il centro è da considerarsi pari, anche se per due istituti su quattro è in testa il no. Mentre al sud e nelle isole è fortemente in testa il No». Ecco in una siffatta realtà, il messaggio ottimistico è che il nord ovest e il centro sono le regioni con le serie storiche di maggiore partecipazione al voto «e ce la giochiamo in tutti e tre». E quindi il Si spera in un’ affluenza alta al centro nord e bassa nel sud.
Referendum costituzionale, indecisi decisivi
A giocare un ruolo decisivo saranno però gli indecisi. Quasi tutti i sondaggi li quotano intorno al 25/30% del totale. Non è escluso che gli italiani, visto quanto successo negli Stati Uniti, decidano di dare fiducia alla stabilità e quindi al governo. E’ questa l’ultima speranza alla quale si aggrappa il premier Renzi.