Padova, ecco perché è caduta la giunta Bitonci
Dalla mezzanotte di venerdì scorso, la Lega Nord non governa più Padova. Con lo stesso metodo che esattamente un anno fa aveva portato alla caduta di Ignazio Marino, a cascare stavolta è stata la giunta guidata dal Sindaco “sceriffo” Massimo Bitonci. Nella notte tra venerdì e sabato, 17 consiglieri comunali su 32 (tutti di opposizione più due di Forza Italia) si sono dimessi da un notaio provocando la fine dell’esperienza Bitonci. I motivi: ufficialmente il dissenso sull’Ospedale di Padova Est e sul nuovo stadio, su cui il primo cittadino puntava forte anche con il benestare della Regione. Alcuni, però, leggono nelle dimissioni dei due consiglieri di Forza Italia alla vigilia della manifestazione della Lega a Firenze come un segnale di guerra da parte dei moderati nei confronti della nuova Lega a trazione lepenista. Adesso a Padova arriverà un commissario per gestire la transizione fino a maggio, quando si terranno nuove elezioni.
Bitonci l’accentratore
Il Sindaco Bitonci, in carica da due anni e mezzo dopo la vittoria contro il candidato Pd Ivo Rossi, ha gridato alla “congiura di palazzo” e ha già annunciato ai giornali che si ricandiderà perché non si sente “sfiduciato dalla gente”. Ma le ragioni dell’accoltellamento per il primo cittadino sono piuttosto chiare. “Non era minimamente nell’aria – ha dichiarato Bitonci alla Stampa –. Non si fa cadere una delle giunte più importanti del centrodestra per gli appalti sull’ospedale o sullo stadio. Hanno fatto cadere la giunta alla vigilia della grande manifestazione della Lega a Firenze, per il No al referendum con Matteo Salvini. Non è stata una coincidenza. E’ un segnale vergognoso”.
La sfiducia nei confronti del Sindaco “sceriffo” in realtà porta con sé delle ragioni più ampie di una semplice prova di forza politica. Bitonci, di mestiere commercialista, ha governato la città con piglio deciso e “accentratore” scrive il Fatto Quotidiano. In due anni e mezzo, inoltre, le sue ordinanze anti-Ebola e contro i fast-food kebab hanno fatto il giro dei siti di news italiani. E tutto ciò, dopo aver silurato tre assessori (Cultura, Sociale e Bilancio) accentrando su di sé le deleghe. Tutto questo non è mai piaciuto a quella parte di Forza Italia che aveva sostenuto Bitonci alle comunali del 2014.
Il caos nel centrodestra
Intanto, i due consigliere comunali di Forza Italia che venerdì si sono dimessi – Manuel Bianzale e Carlo Pasqualetto – sono stati sospesi dal partito. Ma questo non basta a Salvini e ai suoi per placare le acque. Perché ormai il dado è tratto e la città del Nord più importante tra quelle guidate dalla Lega, in primavera potrà tornare nelle mani della sinistra che qui ha governato fino al 2014. Matteo Salvini ha già minacciato ripercussioni a Venezia, dove però i consiglieri del Carroccio sono ininfluenti per garantire la maggioranza in Consiglio Comunale. Ma tant’è, la spaccatura nel centrodestra è sempre più lacerante. “Io penso che esistano due Forza Italia – ha detto Bitonci al Corriere della Sera–. Quella che con la Lega collabora alla grande e poi c’è la componente che odia la Lega e fa di tutto per rompere. Sono quelli che guardano ai Renzi e ai nazareni”.
Matteo Salvini continua a ripetere da settimane che non si fida più di una parte di Forza Italia, partito che si sta spendendo davvero poco nella campagna referendaria per il “No”. E questo, unito alla caduta della giunta padovana, potrebbe avere delle ripercussioni anche sulle future alleanze elettorali. Stefano Parisi, nella sua manifestazione proprio a Padova, ha chiarito che il polo dei moderati è qualcosa di diverso dalla Lega Nord di Salvini. Pensiero affettuosamente ricambiato.
Oggi è il giorno della svolta. Noi non siamo quello che c'è a Firenze oggi pomeriggio. Ci candidiamo a guidare il Paese, e il momento è ora.
— Stefano Parisi (@s_parisi) November 12, 2016