Movimento 5 Stelle, i primi indagati per le firme false a Palermo

Pubblicato il 19 Novembre 2016 alle 10:00 Autore: Giacomo Salvini
Movimento 5 Stelle Palermo firme false

La strada per la conquista della Sicilia nel giugno 2017 inizia subito in salita per il Movimento 5 Stelle. La Regione oggi guidata da Rosario Crocetta dovrebbe portare alla consacrazione definitiva di un movimento che proprio qui ottenne i suoi primi risultati significativi alle Regionali del 2012. E invece un’inchiesta della Procura di Palermo sta facendo tremare i vertici grillini sull’isola. Al momento, secondo quanto scrivono i giornali, 8 pentastellati sarebbero indagati nell’ambito dell’indagine sulle firme false presentate alla vigilia delle elezioni comunali di quattro anni fa. Non tutti i nomi sono filtrati da Palazzo di Giustizia ma l’inchiesta potrebbe allargarsi ancora.

Palermo, l’inchiesta sulle firme false

L’indagine coordinata dai pm Dino Petralia e Claudia Ferrari è stata riaperta – la prima archiviazione risale a tre anni fa – dopo le rivelazioni dell’attivista grillino Vincenzo Pintagro alla trasmissione televisiva Le Iene. E’ stato lui il primo a rivelare la falsificazione delle firme alla vigilia delle Comunali di Palermo del 2012 che portarono alla vittoria di Leoluca Orlando. All’epoca il candidato grillino a Palazzo delle Aquile era l’attuale parlamentare Riccardo Nuti che in quell’occasione ottenne il 5% dei voti. Secondo le testimonianze di Pintagro e di altri tre testimoni (tra cui Claudia La Rocca, subito indagata e auto-sospesa), nella notte del 4 aprile 2012 furono ricopiate tutte le firme raccolte per presentare la lista a causa di un errore materiale che rischiava di invalidarle facendo saltare la candidatura di Nuti. Secondo il Fatto Quotidiano quella notte erano presenti “circa 20 persone” ed è per questo che la Procura di Palermo potrebbe non fermarsi agli attuali 8 indagati. Per adesso i nomi certi sono quelli di Claudia La Rocca, della deputata Claudia Mannino e dell’attivista Samantha Busalacchi. Stamani Repubblica fa l’elenco completo di coloro che sono finiti nel registro dei pm palermitani: i deputati Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Caccio, altri due candidati nella lista del 2012 Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso, Samantha Busalacchi e colui che convalidò le firme, Giovanni Scarpello. La prossima settimana i pm inizieranno ad ascoltare gli indagati.

Il reato contestato dai magistrati di Palermo sarebbe quello elencato nell’articolo 90 del Testo Unico 570/1960 secondo cui “è punito con la reclusione da due a cinque anni” chiunque “forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati destinati alle operazioni elettorali, o altera uno di tali atti veri oppure sostituisce, sopprime o distrugge in tutto o in parte uno degli atti medesimi”. Inoltre “chiunque fa uso di uno dei detti atti, alterato o sostituito, è punito con la stessa pena, ancorché non abbia concorso nella consumazione del fatto”.

sicilia-grillo-messina

Grillo: gli indagati si sospendano dal Movimento

Ieri è arrivata la prima reazione da parte dei vertici nazionali. Beppe Grillo sulla pagina facebook del Movimento ha scritto un post in cui invita gli indagati a “sospendersi immediatamente dal MoVimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell’indagine nei loro confronti a tutela dell’immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti. L’avvenuta sospensione deve essere comunicata attraverso una mail all’indirizzo listeciviche@movimento5stelle.it”. L’unica che per ora ha annunciato la propria auto-sospensione è stata la seconda teste chiave dell’indagine, Claudia La Rocca.

La questione è diventata spinosa anche per i vertici romani che, a due settimane dal referendum costituzionale e a sei mesi dalle elezioni regionali, avrebbero fatto volentieri a meno dell’inchiesta palermitana. Il leader in pectore Luigi Di Maio, però, si è mostrato tranquillo davanti ai cronisti a Pomigliano d’Arco: “Abbiamo dimostrato che non facciamo sconti a nessuno”. Coglie la palla al balzo il Partito Democratico che va unanimemente all’attacco del Movimento di Grillo e sulla questione interviene a gamba tesa anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Gridavano `onesta´, onestà’ e ora gridano `omertà, omertà”.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
Tutti gli articoli di Giacomo Salvini →