I ministri del governo Gentiloni

Pubblicato il 12 Dicembre 2016 alle 19:28 Autore: Andrea Turco
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Il premier Paolo Gentiloni ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico. Salito al Quirinale, dove alle 20.30 avverrà il giuramento del governo, ha reso noto l’elenco dei ministri. Eccola riportata qui di seguito.

Governo Gentiloni, la lista dei ministri

Senza portafoglio:

Anna Finocchiaro Rapporti Parlamento

Marianna Madia Semplificazione e Pa

Enrico Costa Affari Regionali

Claudio De Vincenti alla Coesione Territoriale e Mezzogiorno

Luca Lotti allo Sport.

Con portafgolio

Angelino Alfano agli Esteri

Marco Minniti, all’Interno

Andrea Orlando, alla Giustizia

Roberta Pinotti, alla Difesa

Giancarlo Padoan, all’Economia

Carlo Calenda allo Sviluppo Economico

Maurizio Martina, alle Politiche agricole

Gian Luca Galletti, all’Ambiente

Graziano Del Rio ai Trasporti

Giuliano Poletti  al Lavoro

Valeria Fedeli,  all’Istruzione

Dario Franceschini, ai Beni Culturali

Beatrice Lorenzin alla Salute

Maria Elena Boschi, Sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio

Governo Gentiloni, Boschi non lascia ma raddoppia

Smentite le indiscrezioni della vigilia che parlavano di un depotenziamento della Boschi che invece diventa il braccio destro del neo premier Paolo Gentiloni. Al posto di Giannini all’Istruzione arriva la ex sindacalista Valeria Fedeli. Due i nuovi ministeri creati da Gentiloni: quello dello sport andato a Luca Lotti e quello della Coesione territoriale e Mezzogiorno andato a Claudio De Vincenti. Un ministero, quest’ultimo, da intendere come risposta al risultato negativo avuto al referendum costituzionale soprattutto nel Sud.

Governo Gentiloni, Verdini toglie la fiducia

Rimane a bocca asciutta il gruppo di Ala capitanato da Denis Verdini. Che ora minaccia il governo. “Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi bis” scrive Verdini insieme a Zanetti. L’esecutivo, sottolineano, “deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”. “In questi giorni abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica e successivamente al presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità”, il che significa – dicono – un governo con piene funzioni, che affronti le varie emergenze e anche l’urgenza della riforma elettorale. Ma su tutto questo, continuano Verdini e Zanetti, “non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo ‘fotocopia’, senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un’azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”.

Governo Gentiloni, fiducia a rischio?

Il governo Gentiloni nasce già fragile. Al Senato, senza l’apporto di Ala e Scelta Civica, i numeri sono risicatissimi. Alcuni osservatori parlano di scelta strategica da parte di Renzi per andare al voto subito. Domani Gentiloni effettuerà il passaggio di consegne con l’ex premier, poi il primo Cdm e infine la presentazione in Parlamento, a partire dalla Camera.

 

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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